Piombino Dese, razzia di biciclette da De Grandis: «Mi hanno rovinato»

Furto da 70 mila euro l’altra notte a Piombino Dese. Il titolare disperato: «In fumo il lavoro di dieci anni»

PIOMBINO DESE. Hanno tagliato con un tronchese la saracinesca scorrevole, hanno rotto la serratura della porta e hanno rubato 26 biciclette di alta gamma e accessori per un valore di circa 70 mila euro. L’ennesima razzia è stata perpetrata nel negozio “Cicli De Grandis” di via Roma, in pieno centro paese, nella notte fra mercoledì e giovedì. La stessa notte in cui i malfattori hanno compiuto un altro grosso furto di bici, ai danni della “Frames & Service” di Villanova di Camposampiero come riportava ieri il nostro giornale. «Con questo furto il lavoro di 10 anni è volato via», commenta amaro il titolare Elvio De Grandi. «Sono assicurato, ma l’assicurazione copre per meno della metà del valore del furto. E con quei soldi debbo risarcire a mia volta due clienti che avevano lasciato le loro bici da me per la revisione e la pulizia. Si tratta di due modelli notevoli, una Ridley Noah e una Pinarello Dogma 65.1 che valgono circa 6 mila euro l’uno».

Il furto è stato ripreso dalle telecamere della vicina agenzia di viaggi. «Per vuotare il negozio i ladri hanno lavorato dalle 2.40 alle 3.15», racconta De Grandis. «Nel video si vedono 6 persone, travisate e con i guanti per non lasciare impronte, che fanno la spola con due bici alla volta tra il negozio e un furgone nascosto dietro l’agenzia delle Generali qui di fronte». De Grandis è certo che si tratti di malviventi siano dell’Est e prima di agire hanno fatto diversi sopralluoghi. «Lo stile è quello, non sono razzista se lo affermo: ho sposato una donna rumena», mette in chiaro l’imprenditore. «Secondo me sono passati più volte a guardare le vetrine, magari saranno anche entrati nel negozio a chiedere una bici usata..».

Ora De Grandis annuncia: «Ridurrò al minimo l’attività, spiega, e terrò in esposizione una sola bicicletta, la più bella, poi lavorerò su ordinazione sperando che i fornitori mi vengano incontro allungando i tempi del pagamento. Infine, tratterrò le biciclette dei clienti il minimo indispensabile. Ti costringono a fare così, in 35 minuti mi hanno rovinato». Ieri ha anche fatto installare un allarme. «Per quello che vale», conclude sfiduciato. «A Villanova l’allarme era inserito eppure sono riusciti ugualmente a ripulire il capannone».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova