Piper, resta il mistero della strana manovra prima del disastro

Un supplemento d’indagine rer dare una risposta a sei famiglie che piangono Francesco Montagner, presidente dell’Aeroclub Treviso, il vice Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle, il padovano Angelo Callegari, Ilaria Berti originaria di Carpenedo e Visar Degaj, kosovaro con cittadinanza italiana. La relazione conclusiva dell’indagine amministrativa voluta dal governo macedone da un lato ha di fatto chiuso il caso (e l’indagine penale), dall’altro però non è stata in grado di fornire spiegazioni al «disorientamento spaziale» che ha provocato la manovra di impennata, poi il cedimento strutturale del Piper 34 Seneca e quindi la caduta. Il 6 settembre 2016 il velivolo, condotto da Montagner, era partito dall’aeroclub di Treviso alle 14 e scomparì alle 17.40 al controllo dei radar dell’aeroporto di Skopje. In pochi secondi, secondo quanto ricostruito dai tecnici macedoni, l’aereo a seguito di un disorientamento spaziale rilevato dai radar, ha subito una manovra incongrua. La perizia spiega ora che l’aereo, quando era in fase di allineamento verso la pista di atterraggio da 19 secondi, è improvvisamente impazzito: prima un’impennata di 200 metri verso destra, poi lo stallo in aria e infine una spirale. Infine lo schianto che non ha lasciato scampo a nessuno degli occupanti. Il legale dei familiari delle vittime, Guido Simonetti, analizza le carte dell’inchiesta: «La conclusione della perizia fa presupporre che il cedimento strutturale sia avvenuto in volo. È stato provocato dalla manovra eseguita dal Piper, dovuta al disorientamento spaziale del velivolo, rimasto però senza una spiegazione univoca. La relazione fa riferimento a una possibile avaria, al maltempo, ma non vi è nulla di sicuro. È certo che, vista la distribuzione dei detriti su di un’area di 200 metri, il Piper si sia rotto prima dell’impatto». A rendere la ricostruzione più complessa è l’assenza della scatola nera. «La commissione è anche venuta a Treviso e non è emersa alcuna anomalia». —

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