Plexiglass alla cassa due metri tra i tavoli e addio ai buffet
padova
L’odiato plexiglass alla fine c’è e sarà obbligatorio in cassa per il personale amministrativo che «dovrà indossare la mascherina chirurgica prevedendo altresì barriere di separazione (ad esempio separatore in plexiglass)». Non è ancora detto sia indispensabile fra i tavoli, dove viene citato come possibilità: «fatta salva la possibilità di adozioni di misure organizzative come, ad esempio, barriere divisorie». Ovvero al posto dei 2 metri tra i tavoli (che sono confermati) e non meno dei 4 metri quadrati per ciascun cliente (anche questi confermati). Insomma il “Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2” nella ristorazione conferma gli incubi del mondo del food. E ne aggiunge perfino. Se la «prenotazione preferibilmente obbligatoria» era già nelle corde organizzative dei ristoratori, così come le mascherine e i guanti per il personale, l’addio ai buffet e ai menù tradizionali (in virtù di formule digitali, lavagne o fogli usa e getta), immaginare mascherine e guanti in cucina è meno facile. Anche se le linee guida dell’Inail parlano di «guanti in nitrile in tutte le attività in cui ciò sia possibile»: dicono, ma non spiegano. La nuova pubblicazione, approvata dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza, punta a fornire «al decisore politico elementi di valutazione, con l’obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori e dell’utenza», non è detto l’economia delle aziende. Malgrado il documento riconosca che il 92% delle attività economiche ha subito ripercussioni negative sull’attività; e malgrado registri che il 92, 8% consuma un pasto tra bar e ristoranti durante l’orario di lavoro (65, 7% caldo e 34, 3% freddo e veloce), non ridimensiona le limitazioni: anche il cliente dovrà indossare guanti e mascherina per pagare, andare in bagno e muoversi nel locale. Ma l’ultima parola resta alla politica. —
e. sci.
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