Pochi soldi da spendere si tagliano i vestiti

La moda soffre la crisi. Oggi come non mai le famiglie padovane tirano la cinghia su uno dei settori commerciali attualmente più vulnerabili, quello dell’abbigliamento. A lanciare l’allarme è l’Ascom Confcommercio. Due padovani su tre risparmierebbero sul campo del vestiario, che per molti, proprio a causa della scure della crisi, è arrivato ad essere considerato un qualcosa di assolutamente superfluo. Tanti i negozi storici in città che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti, soffocati dalle mancate vendite e dalla concorrenza dei tanti centri commerciali.
Gloriose attività stroncate da una recessione incombente. In centro manca affluenza, sostengono in molti, e la poca gente che c’è non compra, neppure con i saldi. Ma c’è qualcuno, tra i negozi storici della città, che nonostante il calo delle vendite è riuscito comunque a stringere i denti e a sopravvivere. Come riescono a rimanere ancora in piedi e come stanno vivendo questo periodo così difficile per la categoria dei commercianti d’abbigliamento? «Il segreto è rinnovarsi mantenendo alta la qualità» assicura Matteo Pugliese, titolare del rinomato negozio d’abbigliamento da uomo Tambara, tra piazza delle Erbe e piazza della Frutta «La crisi da un po’ di anni si fa sentire, non sono certo più i tempi antecedenti all’euro, quando vendere non era un problema. La gente sta più attenta a non comprare il superfluo. Il mercato poi è ormai saturo di tutto, nell’abbigliamento in particolare se uno non si rinnova nel look e nello stile nella situazione economica attuale è destinato a perire. Fortunatamente noi abbiamo i nostri clienti e devo dire che nonostante il tempo brutto e la crisi i saldi di luglio non sono andati malissimo».
Gli eventi atmosferici di una mancate estate sono stati sicuramente una variabile importante all’interno del mondo dello shopping cittadino. «La pioggia da un lato ha giovato perché ha tenuto in città diversa gente, dall’altro ha mandato tutti nei centri commerciali, danneggiando i negozi del centro», spiega Rossano Sette, responsabile del negozio di calzature La Parigina di via Verdi, aperto dal 1946. «I saldi sono andati un po’ come l’anno scorso, non si fanno più i grandi numeri di una volta. Se un tempo un cliente veniva in negozio e comprava due o tre paia di scarpe adesso ne compra un paio solo e sta anche molto attento al prezzo. La nostra fortuna rimangono i clienti affezionati, quelli che vengono da più di 30 anni e che sono lo zoccolo duro dell’attività».
In linea con la situazione di contrazione dei consumi sul campo della moda, ma comunque punto fermo del commercio storico cittadino, anche il negozio di cappelli “Zin & De Lucia”, nato nel lontano 1920 nella centralissima via Gorizia. «La gente entra in negozio, osserva, si prova i cappelli, poi spesso dice che deve rifletterci e va via. Ci pensa e ci ripensa, torna anche due o tre volte prima di fare un acquisto. È dal 2010 che va così», dicono i fratelli Livio e Francesco Bacco, titolari del negozio. «Sopravviviamo grazie ai clienti fissi che ci conoscono, si fidano di noi e sanno che vengono trattati bene».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova