"Portato via dalla malattia dell'oblio, ma la vecchiaia è vita ed esperienza e va tutelata"

La lettera di Valeria Arzenton, socia fondatrice di Zed, al papà malato di Alzheimer morto un anno fa

Ciao Papà, un anno fa il tuo cuore si è spento. La morte arriva improvvisa e travolgente e ti lascia senza parole. Un anno fa non sono riuscita ad esprimere nulla, né a parole né con le lacrime. Sentivo solo il vuoto.

Era un destino segnato dall’atroce malattia che si era impadronita di te, togliendoti giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno progressivamente e cinicamente tutte le tue funzioni vitali e tutta la tua vitalità: la memoria e i ricordi, l’autosufficienza, la mobilità, la parola per intaccare alla fine anche la tua capacità di nutrirti.

Alzheimer, la malattia dell’oblio. Eppure noi che ti siamo stati vicini, vivendo insieme il dramma di una tragedia preannunciata, abbiamo sentito scorrere in te, fino all’ultimo respiro, la linfa travolgente della reciprocità dell’amore e della tua voglia di vivere.

Ed anche in questa fase terminale della tua esistenza, quando apparentemente il tuo ruolo di genitore/educatore cambiava di prospettiva, sei riuscito a impartirci ancora una volta una grande lezione, ovvero che la vita è davvero un caleidoscopio di colori e che in ogni circostanza, anche la più triste ed amara, ognuno di noi si trova dinanzi ad un’opportunità di crescita, di consapevolezza e di maturità.

La tua malattia è stata la nostra malattia, abbiamo partecipato, spesso inermi, e condiviso con te questo mostro che ti sgretolava inesorabilmente, con la frustrazione di essere incapaci di fermarla, con l’amarezza di percepire che la ns società elimina tutto ciò che è fragile e malato e con la prova inequivocabile che la terza età è un limite, forse un materiale di scarto.

Impari la malattia sulla tua pelle, nessuno ti insegna e ti spiega quello che succederà. Sei solo, insieme alla persona malata, ad affrontare l’ignoto, spesso con lo sconforto e con la paura di non sapere se stai facendo le cose giuste. Il mondo si rimpicciolisce perché il male fa paura a tutti e, per la società, è più comodo scansare la vista e il pensiero da chi sta soffrendo. Dice il famoso detto: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.

Ricordo con una nitidezza cristallina la mattina dell’11 aprile scorso, la telefonata inaspettata in cui mi comunicavano la tua scomparsa, l’abbraccio alla mamma, l’ultimo saluto che ci siamo rivolti nel lettino del pronto soccorso. Non sentivamo il suono della tua voce ormai da anni, ma i tuoi occhi azzurri hanno continuato a comunicare con noi, dando suono e vita al tuo Amore.

Da quando te ne sei andato abbiamo deciso di rivolgere una parte di noi e del nostro impegno verso la tutela delle categorie più fragili, quelle che nonostante gli anni e gli acciacchi, sono una parte fondante del nostro tessuto sociale. La vecchiaia è vita, è esperienza, è opportunità e va tutelata e valorizzata.

Per questo motivo, anche all’interno delle attività del Gran Teatro Geox, da un anno stiamo promuovendo agevolazioni per la terza età, ma anche una raccolta fondi a sostegno della ricerca sulle cause e sulle cure delle patologie neurologiche a favore del nuovo dipartimento Padua Neuroscience diretto dal Prof. Maurizio Corbetta. Oltre la Vita c’è sempre Vita.

Valeria Arzenton

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