Portello, la piazza divide e non solo per il traffico

A molti residenti piace senza auto, anche se parcheggiare non è semplice I commercianti la bocciano: «È stata calata dall’alto e il rione si è svuotato»
Di Silvia Quaranta
MALFITANO - FESTA CONTRO APERETURA PORTELLO
MALFITANO - FESTA CONTRO APERETURA PORTELLO

PORTELLO. I padovani non leggono, la cultura muore e il Portello, un quartiere storico che un tempo brulicava di vita, finisce per svuotarsi. È la denuncia di un libraio di zona, uno che in via Portello ha passato molti anni e oggi soffre, non solo perché tra gli scaffali del suo locale circolano ben pochi clienti. La nuova piazza, si sa, è stata ampiamente osteggiata da buona parte dei residenti. Oggi però le opinioni si dividono: «Certo bisogna fare un po’ di attenzione alle biciclette», commenta Anna Kamshieva, di origini russe ma residente in via Portello da moltissimi anni, «perché corrono ovunque. Però è bello, vengo con il mio bambino e si diverte. La zona, per me, è migliorata». Anche al bar Antico Desiderio, proprio di fronte a Porta Portello, sembrano soddisfatti. Rispondono di fretta, c’è una laurea da seguire, ma lasciano intendere che il loro giro d’affari non è certo peggiorato, anzi. Certo, la viabilità non accontenta tutti: «Non vivo in zona ma vengo spesso a prendere mio figlio, che studia Sociologia», racconta Vittorina Grillo, mamma di un ragazzo che si muove in carrozzina, «e oggi ho parcheggiato un po’ lontano perché qui non si può. La piazza», aggiunge, «a me non dispiace, però devo dire che gli spazi potevano essere gestiti meglio: si passa molto stretti, e anche quando accompagno mio figlio, con la carrozzina, ho qualche difficoltà».

I più agguerriti oppositori della nuova piazza, invece, sono i commercianti: «La piazza», sostiene Giancarlo Pierobon, titolare della trattoria affacciata sull’area rifatta e “vicino” di Giuseppe Zielo, del Libraccio, «è antiestetica, poco pratica e impedisce la socializzazione. Non è un caso se il 40 per cento delle attività qui ha chiuso. E poi ci avevano promesso manifestazioni, mercatini, invece niente. Questa strada si è svuotata, ormai è solo di passaggio». Più equilibrato Fabio Bruseghello, gestore della copisteria All’Angolo: «Io vivo all’Arcella», racconta, «ma lavorando qui ho seguito da vicino la questione. So che molti residenti erano contrari, e credo che sia perché sono legati ad una vecchia immagine di questa strada: il Portello era un rione storico, e i porteati erano una comunità con un dialetto proprio. La piazza così com’è è stata un po’ calata dall’alto. Per me è più vivibile, ma non al centro di un sistema economico. Oltretutto i proprietari di spazi commerciali erano tutti contrari, ma gli affitti sono aumentati. E non si possono pagare duemila euro per uno sgabuzzino. Anche questo uccide il commercio».

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