Pp1, “buco nero”: Belvedere in tribunale
Era un business da 140 milioni di euro. Una torre da 28 piani e una serie di “ville urbane” a due passi dalla Cappella degli Scrovegni, con il progetto dell’archistar Boris Podrecca.
Si è rivelato un buco nero che ha risucchiato nel vortice della crisi immobiliare ben quattro delle sei aziende che hanno partecipato all’operazione. Si tratta del Pp1, l’area ormai abbandonata da anni tra via Valeri e via Trieste. L’ultima in ordine di tempo è stata la Belvedere spa di Loreggia che il 24 settembre è stata ammessa al concordato preventivo, richiesto il 17 settembre.
La Belvedere. Il giudice padovano Maria Antonia Maiolino ha ammesso al concordato preventivo la società di Loreggia, dopo aver verificato gli ultimi tre bilanci della società e l’elenco dei creditori. Un tentativo di salvare l’azienda dal fallimento affidandola al commissario giudiziale Marcello Dalla Costa, commercialista con studio in galleria Trieste 6.
La società alcuni mesi fa era stata rilevata per il 95% dalla Co.build.go ltd, azienda inglese che costituisce il ramo immobiliare della holding americana Ghost Technology inc. Al timone c’è l’imprenditore italo-americano Robert Flavio Paltrinieri. L’ultimo bilancio depositato, relativo al 2013, è fortemente negativo: perdita di 4,7 milioni di euro e debiti stimati in 47,1 milioni.
Sindacati. La Belvedere da luglio non paga gli stipendi ai suoi 70 dipendenti. Questo ha provocato uno sciopero e un’interrogazione parlamentare del deputato Pd Alessandro Naccarato. «Il concordato è un campanello di allarme, un ulteriore elemento che si aggiunge ai problemi di questo periodo – sottolinea Sebastiano Grosselle, della Fillea Cgil – È una ditta che è indietro con gli stipendi, che ha chiuso qualsiasi canale di comunicazione con il sindacato, che ha cominciato a mandare lettere di sfratto ai propri dipendenti». In realtà quasi la totalità degli operai si è dimessa e ha messo in mano ai legali il recupero degli stipendi. Resta in piedi la vertenza per gli amministrativi: «Purtroppo si prospetta una situazione critica. Non sappiamo più neppure chi è al timone. Abbiamo rinnovato ieri la richiesta di incontro alla ditta e al commissario: vogliamo capire quali sono le prospettive».
Progetto Pp1. Rischia di concludersi dunque con un “nulla di fatto” la vicenda dell’area Pp1. La stessa società Progetto Pp1 spa è in concordato, con commissario giudiziale Riccardo Bonivento. In corso c’è l’asta per la vendita dell’area (base 24 milioni e 495 mila euro), che terminerà il 9 ottobre. Attualmente, in attesa della fine del procedimento, il 93% delle quote sono in pegno alla Cassa di risparmio del Veneto, il restante 7% è diviso tra le società che ne fanno parte. Il debito con la banca è di oltre 18 milioni, mentre il Comune vanta un credito di 12 milioni per la bonifica effettuata sull’area.
L’altra offerta. La Belvedere, prima di accedere al concordato, aveva manifestato l’intenzione di presentare un’offerta per l’asta sull’area Pp1. Offerta che formalmente può ancora essere presentata ma che il tribunale con tutta probabilità faticherà ad accettare, vista la situazione di difficoltà.
C’è un’altra offerta già manifesta: è quella di Autodromo Italia srl, con sede a Stra, in Strada dei 100 anni. La società (capitale sociale di 100 mila euro), è equamente divisa tra Industrie edili spa e Agelsu srl. Presidente del cda è Alberto Romano Pedrina, mentre tra i consiglieri ci sono Agostino Candeo, Federico Pizii e Edoardo Bonetto, vicepresidente del Calcio Padova e figlio di Roberto, ad della società biancoscudata.
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