«Ppi a Montagnana? Un pericolo»

La minoranza di Megliadino San Vitale “smonta” l’utilità del Punto di primo intervento all’ospedale

MONTAGNANA. Un Punto di primo intervento a Montagnana è veramente utile? Esce dal coro e risponde con un “no” il gruppo “Dignità e Rispetto”, minoranza in consiglio comunale a Megliadino San Vitale: «Un punto di primo intervento (Ppi), a una distanza di soli 22 chilometri da un pronto soccorso qualificato al trattamento definitivo delle emergenze mediche, può risultare pericoloso e, nella migliore delle ipotesi, inutile» sostiene il portavoce Samuele Danese «Trasportare un traumatizzato, anche in bassa criticità (codice verde), in un Ppi per è del tutto inutile e può sfociare in tragedia. Se il caso rimane stabile, può essere trasportato con tutta calma al pronto soccorso generale. Ma, se il codice verde degenera in un codice rosso (massima criticità), la sopravvivenza dipende dall’inizio del trattamento definitivo (che non è possibile praticare nel Ppi): passare per il Punto è solo una perdita di tempo prezioso». Il gruppo cita una sentenza della Corte di Cassazione, che in novembre ha condannato un’organizzazione come quella che prevede il ricorso al Ppi. Continuano da “Dignità e Rispetto”: «Lo stazionamento di un’ambulanza Acls (Advanced Care Life Support) all’ospedale di Montagnana darebbe un servizio più efficace e sicuro di quanto non farebbe un Ppi nello stesso luogo».

Intanto, a sostengo della campagna per il mantenimento del Ppi a Montagnana, è stata formalizzata la nascita del Comitato a difesa dell’Ospedale di Montagnana: coordinatore è il sindaco Loredana Borghesan, assistita dal vice Dino Milanello. All’interno del Comitato ci sono anche associazioni di categoria, Acli e don Giancarlo Salmaso.

Nicola Cesaro

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