«Prete-padrone»: si dimette il comitato del patronato

Otto componenti lasciano per «incompatibilità con il parroco» di Sant’Eufemia In una lettera, nero su bianco, l’accusa al sacerdote di fare sempre di testa sua
Di Giusy Andreoli

BORGORICCO. Si sono dimessi otto componenti, decade il Comitato di gestione del centro parrocchiale e degli impianti sportivi di Sant’Eufemia. Gli otto hanno lasciato per incompatibilità con il parroco don Adriano Sabadin Bottaro. «Lascio per la mancanza di rapporti con il presidente (che è il parroco, ndr) il quale non riconosce il lavoro del volontariato fatto in questi tre anni», scrive un componente. «Quando manca il rapporto umano non sussiste più motivo di collaborazione», motiva un altro. «L’incompatibilità è con il presidente», chiarisce un terzo. Altri lamentano la mancanza di condizioni per continuare una serena opera. Don Adriano, al telefono, si limita a rispondere: «Devo verificare, sono impegnato con la scuola materna, sto facendo altre cose». Ma le ha ricevute o no le lettere di dimissione? «Non ricordo, devo verificare».

Getta acqua sul fuoco il vice presidente Umberto Gesuato, anch’egli dimissionario: «È vero, così il Comitato decade. Ma si anticipa il termine del mandato di un paio di mesi. Adesso si faranno le elezioni con nuove persone che si daranno da fare. È anche giusto ci sia un avvicendamento». Però per la prima volta è saltata la sagra di fine agosto. C’è chi dice che il parroco aveva prima dato e poi ritirato la disponibilità di fare almeno un pranzo comunitario per la festa della patrona, domenica 15 settembre. «La sagra non si è tenuta perché non c’erano persone disposte a dare una mano nell’organizzazione», spiega Gesuato. «La risposta è stata esigua». Altro segnale da non sottovalutare. La scorsa settimana la goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso.

Don Adriano voleva far asfaltare il sagrato messo piuttosto male. L’asfaltatrice era arrivata la mattina presto, ma prima di mezzogiorno se n’era andata senza asfaltare. Il giorno stesso è stata portata in municipio la richiesta per piccole opere che non implicavano la modifica dei materiali. Le opere vanno generalmente concordate con il Consiglio per gli affari economici. Ciò che viene imputato al don è di tenere pochi rapporti e di non informare di ciò che vuole fare. In pratica agisce in autonomia. Cosa risaputa da tutta la comunità. Don Adriano è un sacerdote che, più che alle sagre, è dedito alla riflessione, ama leggere, ama suonare e cantare, anche in chiesa durante la messa. Probabilmente è di poco appoggio alle attività parrocchiali e del volontariato, mentre in questo momento la comunità ha l’esigenza di avere un pastore con doti manageriali e capacità di rapporti personali. La storia si trascina da tempo. Il malessere del volontariato parrocchiale è noto anche alla Curia; fino ad ora però nessuno ha risposto o è intervenuto per valutare o modificare la situazione.

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