«Privatizzazione strisciante» Frigo e i dem contro Lanzarin

Ha denunciato pubblicamente la sua odissea al Cup ed ha scritto al presidente della Regione Luca Zaia, nell'arco di 24 ore è stata contattata dall'Usl ed ha ottenuto le risposte che chiedeva da mesi. «E questo mi fa arrabbiare», osserva indignata Monica Bonaldo, la fontanivese alla quale nel 2015 è stata diagnosticata una malattia rara che richiede controlli e visite periodiche.
la lettera
Al governatore ha scritto: «Da settembre cerco di prenotare una visita oculistica e una visita endocrinologica, sentendomi sempre rispondere che verrò richiamata perché non c’è posto. Intanto il tempo passa, le persone allo sportello pure e ogni volta che mi reco al Cup mi sento rispondere sempre lo stesso ritornello: non c’è posto oppure ci potrebbe essere, ma a circa 100 chilometri di distanza».
L'exit strategy è il ricorso alla sanità privata:«Fino ad oggi», spiega Bonaldo, «ho sempre optato per le visite a pagamento per ovvie ragioni di necessità e per la paura di ritrovarmi in un letto di ospedale, ma le cose cambiano e la crisi colpisce un po’ tutti ed oggi mio marito è in cassa integrazione ed il mio lavoro di libera professionista va avanti a rilento, per questo volevo rivolgermi al sistema sanitario nazionale». La protesta: «È umanamente possibile che una persona debba pagare le tasse, perdere ore ad uno sportello per far riconoscere un proprio diritto, quello ad essere curata? Ed essere costretta ad optare per il servizio privato?». Dopo la missiva, la donna ha ricevuto la chiamata dell'Usl: «Per la visita che chiedevo da settembre mi hanno trovato posto il 3 febbraio, ma sarò a Londra per lavoro, per la mamma il 12 febbraio, per il mio campo visivo il 4 febbraio a Camposampiero e a Piazzola il 9 aprile la visita endocrinologica. Addirittura c'era un posto anche la stesso giorno della chiamata. Mi fa arrabbiare che si trovino le soluzioni solo se si protesta», osserva.
la polemica
La querelle sul rischio di una “silenziosa privatizzazione” della sanità pubblica tiene banco nell'Alta: nei mesi scorsi ha spopolato nei social un post di Laura Frigo, dottoressa ed esponente cittadellese del Pd, che ha stigmatizzato i tagli della Regione. A Frigo ha replicato l'assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: «Negli ultimi anni il budget e il numero di prestazioni erogate dalla sanità privata accreditata in Veneto è diminuito. Su 8,137 miliardi del 2010 la spesa per la sanità privata era del 9% (719 milioni); nel 2018, su un budget di 8,913 mld, 634 milioni sono andati al privato accreditato, pari al 7%, e una diminuzione del 12% sul 2010. Se vogliamo fare un paragone con le altre regioni secondo i dati 2018, il Veneto è al decimo posto, 123 euro di spesa pro capite, dietro a regioni come Lazio, Lombardia, Campania, Puglia, Sicilia, Molise, Piemonte».
Per quel che riguarda la carenza di medici, «a livello nazionale mancano circa 56 mila unità e in Veneto 1.300, fatto non imputabile a una programmazione errata della Regione, è figlia di un sistema nazionale che ha sottostimato i fabbisogni di borse di specialità, creato paletti nell'accesso alla professione quali il numero chiuso», conclude Lanzarin. —
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