Profonda voragine in via Busonera

Tremendo odore di fogna e disagi: colpa dei rattoppi e della pioggia
LA VORAGINE. Ieri subito i lavori per chiuderla
LA VORAGINE. Ieri subito i lavori per chiuderla
 
ABANO.
Cinquant'anni dopo la storia si ripete. A metà degli anni Sessanta una profonda voragine, apertasi dietro l'hotel Helvetia, in via Pierobon, inghiottì gli alti pini centenari, lasciando emergere solamente la punta. Ieri, prima che l'alba sorgesse, una profonda fossa ha nuovamente inghiottito l'asfalto, creando una pericolosa buca, all'angolo con via Busonera, dalla quale uscivano dei miasmi fortissimi. La scoperta del cedimento è avvenuta verso l'una di notte e gli operai del comune addetti alle emergenze hanno subito transennato la zona per evitare che qualcuno si facesse male. Ieri, dopo una serie di telefonate all'Aps, che ha prontamente collaborato, il direttore generale Maurizio Lucca e il dirigente dell'ufficio tecnico hanno fatto intervenire un'impresa per risanare con urgenza la falla apertasi negli scarichi delle acque bianche, dove giungono le reflue termali degli alberghi della zona, ma soprattutto per scongiurare il propagarsi del danno alla rete fognaria, già duramente messa alla prova dalle precipitazioni.  Il problema è nato probabilmente a causa del continuo riempimento con asfalto fresco dei cedimenti del manto stradale, anzichè intervenire in modo decisivo e profondo. Ma questo rappresenta un costo molto alto per l'amministrazione. Le piogge, ovviamente, hanno fatto i resto. Già da mercoledì sera le pesanti precipitazioni avevano messo a dura prova la rete idrica e fognaria aponense. Fossati e scoli sono tracimati in molte zone, il ponte sul Poggese in via Vergani a Monterosso è crollato e nel moderno condominio di 13 appartamenti di via Santa Maria D'Abano 62, si è rinnovato il fuggi-fuggi dagli scantinati e dai garage allagati. «Chi per tanti anni ha tenuto pulito i fossati - commenta Mirko Camazza, inquilino dello stabile - afferma che questi scoli vanno a finire nel nulla. Sono stati chiusi e non hanno più sfogo. Ci siamo rivolti inutilmente al comune e anche al commissario Marcella Conversano, senza ottenere risposte esaustive. E noi intanto andiamo puntualmente sott'acqua». «La colpa è di chi costruisce anche nei laminatoi nati come zona di sfogo per le esondazioni», è il commento che circola con insistenza tra i residenti imbufaliti. La eventuale colpa sarebbe quindi da imputare, seppur con le dovute riserve, alla facilità con la quale tutte le precedenti amministrazioni hanno concesso agli impresari l'autorizzazione ad edificare, senza tenere in debito conto della natura del terreno.

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