Profughi, gara sospetta: Ecofficina nella bufera a Padova

Due Carrare, nelle carte spunta una data sospetta. Carabinieri in municipio. C’è un’inchiesta
STIEVANO - AG.ZANGIROLAMI - 05/11/2015 - ARRIVO DEI PROFUGHI ALL'EX BASE MILITARE DI SAN SIRO DI BAGNOLI.NELLA FOTO: i profughi prendono i loro effetti personali.PH ZANGIROLAMI
STIEVANO - AG.ZANGIROLAMI - 05/11/2015 - ARRIVO DEI PROFUGHI ALL'EX BASE MILITARE DI SAN SIRO DI BAGNOLI.NELLA FOTO: i profughi prendono i loro effetti personali.PH ZANGIROLAMI

PADOVA. Davide Moro, sindaco di Due Carrare, dice che «è soltanto per prudenza», che «c'è una verifica in corso», che «è una questione delicata» e che «per fortuna c’è tempo». Però da un mese sulla sua scrivania c’è una cartella con su scritto “bando sprar” ed è un affare imbarazzante, non soltanto per il suo Comune. Il fatto è che lì dentro c’è qualcosa che non torna. La gara per l’assegnazione di venti posti dello Sprar – il servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati - bandita all'inizio di febbraio, si è conclusa con la vittoria della cooperativa Ecofficina, che ha battuto sul punteggio l’unico concorrente, ossia l’associazione temporanea di imprese composta da Coges e da Casa a Colori. Ma poi il Comune è stato costretto a congelare l’assegnazione, cioè ad attribuire l’incarico a Ecofficina in via temporanea, nell’attesa di verificare quella che tutti chiamano “anomalia”. E che invece somiglia molto a una grave irregolarità, i cui effetti potrebbero avere conseguenze enormi sull'intera organizzazione dell'accoglienza dei migranti nel Padovano.

Quello che è successo dopo la gara bandita dal Comune di Due Carrare è cronaca. Gli sconfitti, come capita piuttosto frequentemente, hanno chiesto di vedere gli atti. E in questi c’era una carta che ha attirato la loro attenzione. È una convenzione tra Ecofficina e la Prefettura firmata il 6 gennaio del 2014 (e operativa dall’8), per l’ospitalità di venti donne con bambini. Un documento fondamentale per la partecipazione di Ecofficina alla gara, perché tra i requisiti per l’ammissione c’era il fatto che gli enti attuatori del servizio dovessero “possedere una pluriennale e consecutiva esperienza nella presa in carico di richiedenti/titolari di protezione internazionale, comprovata da attività e servizi in essere al momento della presentazione della domanda di contributo”. Pluriennale e consecutiva: ossia almeno 24 mesi e un giorno di attività al servizio dei profughi. Quindi, a guardare il calendario, come minimo da gennaio-febbraio del 2014.

Un passo indietro. L’emergenza profughi in provincia di Padova ha una data di inizio piuttosto precisa, almeno se si considera l’operazione Mare Nostrum. Il 17 febbraio 2014, 15 migranti vengono sorpresi dentro il container di un treno merci a San Martino di Lupari. È il primo di un lungo elenco di episodi. Al tempo solo chi era coinvolto nella “Emergenza Nord Africa” e i gestori di Sprar poteva vantare un’esperienza nel ramo-profughi. Non è tra questi Ecofficina, il cui esordio si può individuare alla fine di marzo del 2014, quando il braccio operativo “Terra di Mezzo” viene chiamato in causa da Confcooperative per far fronte alla nuova emergenza.

Dunque, com’è possibile che a gennaio – nel giorno dell’Epifania – il presidente di Ecofficina Gaetano Battocchio e la viceprefetto Francesca Iacontini sentano l’urgenza di incontrarsi per firmare una convenzione per l’ospitalità di donne e bambini? È esattamente questa la domanda che i responsabili di Coges e Casa a Colori si fanno di fronte alla convenzione prodotta da Ecofficina per l’ammissione alla gara di Due Carrare. Peraltro il dubbio si somma alle perplessità avute dagli operatori fin dall’inizio, ovvero da quando le due cooperative avevano notato che il bando – contrariamente a ogni logica, visto che il progetto era totalmente a carico del ministero dell'Interno – privilegiava, nell’attribuzione dei punti, il ribasso economico sul prezzo iniziale (35 euro come soglia minima) rispetto a percorsi formativi e di inserimento lavorativo e abitativo, che solitamente caratterizzano gli Sprar. La domanda è stata girata al Comune di Due Carrare, e quindi al sindaco Moro.

A lui gli operatori superati da Ecofficina hanno chiesto conto di quella carta, chiedendo una verifica dell’autenticità. La richiesta è stata quindi girata alla Prefettura. E da qui, pare dopo vari tentativi, è emersa l'anomalia. Ossia il fatto che quella convenzione, che porta il codice identificativo Cig ZD20EFF8F7, sarebbe stata siglata non il 6 gennaio ma il 14 maggio, con decorrenza dell’operatività dall’8 maggio. Il che sarebbe confermato anche dalla cronologia delle convenzioni, richiamata dal codice Cig. Ma se così fosse, Ecofficina come minimo non avrebbe potuto partecipare alla gara di Due Carrare e vincerla.

E torniamo al sindaco Davide Moro, che sulla vicenda sceglie di essere più che prudente. «Abbiamo fatto i controlli», ammette, «anche perché ci è stato chiesto da chi ha fatto l’accesso agli atti. In questi casi io mi sento di essere ancora più attento ed è per questo che ci stiamo mettendo tanto tempo. Il ministero, fra l’altro, non ha ancora aggiudicato gli Sprar e quindi non abbiamo fretta. Non sappiamo neppure se saremo chiamati in causa (ma per 10 mila posti da coprire a livello nazionale, le richieste non coprono la metà della domanda, ndr). Facciamo tutte le verifiche, gli uffici ci stanno lavorando. La data della convenzione di Ecofficina? Se mi chiedete un dato così preciso, mi viene da pensare che abbiate già visto tutte le carte».

Le carte le hanno viste sicuramente i concorrenti sconfitti. O almeno una parte di loro. «Abbiamo fatto l'accesso agli atti perché si fa così, ogni volta», glissa Angelo Benvegnù, presidente di Coges. «Noi verifichiamo per capire cosa possiamo fare meglio nelle prossime occasioni. In questo caso però non ho ancora avuto modo di vedere tutti gli atti». Li ha visti invece, evidentemente, Maurizio Trabuio, presidente della Casa a Colori. «Per fortuna si è fatto l’accesso agli atti», dice, «perché l'anomalia emersa è molto evidente». Così evidente che ora anche la procura di Rovigo – già interessata alle attività di Ecofficina per l'indagine a carico della coop, sospettata di truffa e maltrattamenti nella gestione dell’accoglienza a Montagnana – ha aperto un nuovo fascicolo. Nei giorni scorsi i carabinieri di Battaglia Terme sono andati in municipio a Due Carrare per acquisire dal sindaco le carte relative al bando per lo Sprar e copia della documentazione presentata dalle cooperative partecipanti.

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