Profughi in birreria e nella casa privata

MONSELICE. La Bassa padovana rinnova il proprio contributo all’accoglienza di migranti: ieri pomeriggio un gruppo di undici profughi è arrivato a Monselice, ospite di una struttura privata che ha dato la propria disponibilità alla prefettura ad accogliere nuovi stranieri. E altri 13 sono stati accolti a Villa Estense. A Monselice si tratta del Rock Stone Risto Pub, birreria e hamburgeria di via Valli, in zona Carmine, aperta da qualche mese e con a disposizione anche alcune camere destinate agli ospiti. I titolari della birreria hanno stretto un accordo con l'associazione Tangram, impegnata solo da pochi mesi in operazioni di questo genere nel nostro territorio. «Sono stato informato dei nuovi arrivi solo qualche ora prima che i profughi mettessero piede in città» spiega il sindaco Francesco Lunghi «Mi è stato comunicato che i migranti sono una decina e che sono tutti maschi. Non conosco la cooperativa che si interfaccia con la prefettura, dunque ho chiesto un incontro con i responsabili già entro lunedì mattina». La stessa associazione ha spiegato che nell'esercizio di via Valli già da qualche giorno erano presenti 13 migranti: evidentemente l'informazione all'autorità comunale non è stata puntualissima, se è vero che il primo cittadino non conosceva questo dettaglio. Con i nuovi undici profughi, il numero di migranti nella città della Rocca sale oltre quota ottanta: altri 53, infatti, da mesi sono di stanza nell’ostello cittadino. Altri 13 richiedenti asilo sono approdati a Villa Estense, dove il progetto di accoglienza porta la firma della cooperativa Il Villaggio Globale di Venezia, che ha affidato parte dei servizi a Tangram. La coop ha affittato una casa disabitata di via Borella, non molto lontana dal municipio. L’edificio è di un cittadino di Montagnana, che ha ricevuto lo stabile in eredità, e ospitava già 9 migranti afghani. «Il problema degli arrivi c’è e va risolto» commenta il sindaco Lunghi «È inutile e inopportuno stare qui a prendersela con chi si propone per ospitare questa gente». Lunghi, però, entro pochi giorni sarà accolto dal prefetto assieme al collega di Este Giancarlo Piva: «Cercheremo di raggiungere un accordo con il prefetto: destinare alla Bassa padovana un numero di migranti proporzionale agli abitanti. Ipotizziamo un ospite ogni mille abitanti. Se il prefetto sarà d’accordo, porteremo la proposta alla Conferenza dei sindaci dell’Usl 17, dove sono rappresentati 46 Comuni». Continua Lunghi: «In base ai sindaci che aderiranno alla proposta, stimeremo il numero di profughi da destinarci. Poi sarà compito di noi primi cittadini concordare su dove sistemarli: potranno esserci Comuni con zero migranti e altri, come Este e Monselice, con qualche ospite di più. L’importante è che siamo d’accordo tra di noi e soprattutto che non si superi il limite proporzionale alla popolazione».
In base a questo criterio, tra i profughi già presenti a Este (una sessantina tra Manfredini, ex convento dei Giuseppini d'Asti e degli appartamenti della Caritas in centro) e Monselice e quelli in arrivo a Bagnoli, la Bassa potrebbe considerarsi già satura. Sempre in questa zona si contano inoltre presenze a Stanghella (una decina) e Rivadolmo di Baone (circa 25).
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