Profughi, indagata una funzionaria della prefettura di Padova

Tiziana Quintario è accusata di turbativa d’asta e falso: nel suo pc la convenzione retrodatata che favorì Ecofficina

PADOVA. Avviso di garanzia per Tiziana Quintario, funzionaria della Prefettura (è stata anche vicepresidente del consiglio comunale di Monselice) che fino a pochi mesi fa si occupava della gestione dei profughi.

Carte false per il business profughi, Borile e Battocchio indagati

L’ipotesi di reato è pesante: turbata libertà degli incanti e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale (in concorso). È l’affaire Ecofficina, la coop “pigliatutto” che gestisce oltre 1.500 profughi. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Federica Baccaglini, è quella che si è aperta lo scorso maggio quando per primi sono stati iscritti nel registro degli indagati Gaetano Battocchio, presidente di Ecofficina (che di recente ha cambiato nome in Edeco), e Simone Borile, marito dell’ad della coop Sara Felpati, e che di fatto ne è il braccio operativo.

BACCARIN - TRICOLORE SU PALAZZO SANTO STEFANO BACCARIN - TRICOLORE SU PALAZZO SANTO STEFANO
BACCARIN - TRICOLORE SU PALAZZO SANTO STEFANO BACCARIN - TRICOLORE SU PALAZZO SANTO STEFANO

Ieri i carabinieri hanno eseguito una perquisizione in Prefettura, nell’ufficio di Tiziana Quintario (la cui figlia ha pure lavorato per Ecofficina), sia nella sua abitazione di Monselice. Il suo computer - di cui avrebbero tuttavia la password di accesso altri colleghi - è stato sequestrato: tra i file i militari avrebbero trovato le due versioni della convenzione tra Prefettura e Ecofficina da cui ha preso le mosse l’inchiesta. Un documento porta la data dell’8 gennaio 2014, l’altro dell’8 maggio. Quest’ultimo è l’originale, l’autentico. L’altro, invece, è quello che sarebbe stato falsificato per consentire a Ecofficina di partecipare al bando Sprar - il servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dal ministero dell’Interno - nel comune di Due Carrare. Il bando, infatti, prescriveva una “pluriennale e consecutiva esperienza nella presa in carico di richiedenti/titolari di protezione internazionale, comprovata da attività e servizi in essere al momento della presentazione della domanda di contributo”. La retrodatazione, di fatto, garantiva a Ecofficina il requisito richiesto. Gli investigatori, adesso, avrebbero la prova che la coop aveva un “appoggio” dentro la Prefettura.

A far saltare il tappo alla vicenda, a maggio, furono le cooperative sconfitte al bando Sprar di Due Carrare (Coges e Casa a colori) che chiesero l’accesso agli atti, rilevando le anomalie. Per altro, questa non è l’unica inchiesta che vede nel mirino Ecofficina: la Procura di Rovigo, infatti, ha indagato Battocchio e Felpati per maltrattamenti in relazione ai profughi ospitati all’hotel Maxim di Montagnana.

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