Profughi nell’ex albergo «Carenze? Tutto in regola»

San Pietro in Gu: dopo l’ordinanza del sindaco la replica dell’amministratore «Investiti 40 mila euro per sistemare lo stabile, pronta la documentazione»
Di Silvia Bergamin
POLETTO-FOTOPIRAN-SAN PIETRO IN GU'-CENTRO PROFUGHI EX HOTEL CA BIANCA
POLETTO-FOTOPIRAN-SAN PIETRO IN GU'-CENTRO PROFUGHI EX HOTEL CA BIANCA

SAN PIETRO IN GU. «Siamo in regola e vogliamo incontrare il sindaco». Difende il proprio lavoro la società che gestisce l’accoglienza dei profughi nell’ex albergo Pacifico lungo la Sr 53 Postumia a San Pietro in Gu. «Sono attrezzati 47 posti letto, ma la legge ne prevede un massimo di 24. E dentro c’è pure un italiano che sta scontando nell’hotel gli arresti domiciliari»: erano state le accuse del primo cittadino leghista Gabriella Bassi nei confronti della struttura che accoglie i richiedenti asilo. Nei giorni scorsi è scattata un’ordinanza: «O vi mettete in regola o blocchiamo tutto».

Luciana Meotto è amministratore unico di Disco Verde, che ha affittato la struttura e ha aperto le porte. La donna ha raccolto l’eredità del marito, Giorgio Beggiato, morto in un incidente stradale lo scorso febbraio, proprio mentre raggiungeva il Pacifico: «I ragazzi del centro lo chiamavano papà», ricorda. Sul braccio di ferro con il municipio spiega: «Le dichiarazioni del sindaco sono state una pugnalata allo stomaco. Sto preparando tutta la documentazione da inviare. Abbiamo investito oltre 40 mila euro per sistemare lo stabile e metterlo a norma, leggi adeguamento del sistema antincendio, creazione delle vie di fuga, sistema elettrico e idraulico. I posti letto sono 24, non 47. E i ragazzi ospiti si stanno impegnando nelle lezioni di italiano organizzate dalle ragazze della cooperativa, alcuni danno una mano in cucina nella preparazione dei pasti e tutti sono impegnati nelle pulizie. L’obiettivo mio e del sindaco è lo stesso, vogliamo entrambe, isnomma, fare bene le cose, nella legalità. E quindi intendo incontrarla».

Ma c’era davvero qualcuno che scontava i domiciliari? «A me non risulta», fa notare l’amministratrice, «c’era una persona di Schio che faceva il portinaio e che dal primo aprile è assente ingiustificato».

Quest’ultimo risulta avere l’obbligo di firma. Sulla stessa linea Giovanni De Chino, segretario provinciale del sindacato di polizia Comparto Sicurezza e Difesa: «Sono amareggiato, abbiamo seguito tutta la faccenda di San Pietro in Gu come sindacato proprio per garantire il rispetto delle normative sulla sicurezza e sugli impianti. E adesso vedere attaccata così la struttura è pesante, è come sputare in faccia ad una persona che ora non c’è più. E non voler avere fiducia nelle istituzioni». Dal canto suo, il sindaco ribadisce che «sono stati i tecnici dell’Usl a dire che mancavano alcune certificazioni, di conseguenza ho emesso l’ordinanza. Ad oggi non abbiamo ricevuto nulla, resto in attesa».

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