Profughi, summit in Provincia. Lega e FI verso la diserzione

PADOVA. I sindaci di Forza Italia e della Lega Nord diserteranno la riunione convocata lunedì pomeriggio alle 17 nella sede della Provincia, in piazza Bardella a Padova, dal presidente Enoch Soranzo con la presenza del prefetto Patrizia Impresa per concordare una soluzione all’emergenza profughi così da evitare l’hub a Bagnoli.
Una soluzione che invece, viste le defezioni, appare quasi inevitabile. Il gesto dei primi cittadini di non presentarsi alla riunione ha precise motivazioni politiche. «Il nostro territorio ha già dato abbastanza. La malagestione della situazione da parte del governo non può ricadere sui sindaci. Siamo stanchi anche perché lo stato continua a tagliare le risorse degli enti locali», afferma il sindaco di Arquà Petrarca, Luca Callegaro, che è anche coordinatore provinciale di Forza Italia. Nei giorni scorsi ha contattato una ventina di sindaci forzisti e insieme hanno condiviso il “boicottaggio” dell’incontro con il prefetto: «Quando mi daranno i 35 euro anche per le persone che hanno perso il lavoro sul mio territorio, allora potremo ragionare sull'immigrazione e l'accoglienza», accusa. Tra le pieghe dell’azione di protesta c’è però anche un’altra motivazione politica: «Non riconosciamo la Provincia come ente titolato a organizzare questo incontro, non è tra le sue competenze», spiega Callegaro.
Posizione condivisa anche dalla Lega Nord: «Mi sono confrontato con il primo cittadino di Padova e per le stesse motivazioni anche i sindaci della Lega hanno ritenuto di non presenziare a questa riunione proprio perché la situazione non vede i comuni disponibili a continuare in questo modo», spiega Lorenzo Fontana, eurodeputato e commissario provinciale della Lega Nord.
«Il prefetto dopo aver sentito i vari sindaci che non danno disponibilità dovrebbe prendere atto della situazione di disagio – prosegue Fontana – Significa che la gestione del Ministero dell'Interno non è opportuna. Non si tiene conto dei primi cittadini che sono i rappresentanti del popolo».
Il Partito Democratico invece difende il lavoro del prefetto e anche l’accordo firmato giovedì con 4 sindaci per consentire ai profughi di lavorare gratuitamente. «Perchè Bitonci non segue questo esempio e non fa aderire anche Padova al protocollo? – si chiede il consigliere comunale Enrico Beda – È un’idea di buon senso, che può portare benefici alla città e allo stesso tempo educare queste persone ad affrontare la vita in un paese diverso. Il sindaco di Padova invece accampa scuse che sembrano più un ritornello stanco che le parole di un amministratore responsabile. Non vorrei che lasciare tutto com’è sia una strategia politica per aumentare il disagio e far fomentare la rabbia dei cittadini, in modo che non vedano tutto il resto».
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