Progetto Bicipolitana a Padova, piste per 20 milioni in 3 anni

PADOVA. Una rete di linee che convergono verso il centro, come una metropolitana. Una serie di percorsi comodi, protetti e ben illuminati per i ciclisti. Nasce così la “bicipolitana”, il progetto su cui il vicesindaco Arturo Lorenzoni sta lavorando da circa un anno e che ieri ha ottenuto l’approvazione della giunta. Un documento di programmazione (il “Bici masterplan” aggiornato) che prevede investimenti per 20 milioni di euro per ampliare di altri 36,77 chilometri nei prossimi tre anni la ciclabile cittadina, così da arrivare a 191 chilometri in totale. «È un cambio di mentalità – chiarisce il vicesindaco – La rete di piste ciclabili è considerata una grande infrastruttura cittadina. E le norme tecniche per chi fa lavori stradali si adeguano alle esigenze della mobilità ciclabile».
La rete ciclabile Sono stati individuati dunque i 17 principali itinerari del sistema “bicipolitana”, radiali verso il centro. Che saranno raccolti in una speciale piantina e indicati con la segnaletica sia orizzontale che verticale. «È dimostrato che in una circonferenza di 4 chilometri dal centro città si impiega meno tempo a muoversi in bici piuttosto che in auto», chiarisce il vicesindaco.
Alcune piste sono già in fase di realizzazione, come il completamento di via Bembo (finanziato dal Bando Periferie), l’asse di via San Marco verso Ponte di Brenta, e l’anello verso la zona industriale con il progetto “Camin facendo”. Altre verranno realizzate nei prossimi anni, con un orizzonte temporale che guarda al 2022.
I numeri del progetto Dall’analisi del “Bici masterplan” si stima un numero di spostamenti al giorno in bicicletta che oscilla tra 155 mila e 160 mila. Vuol dire che già oggi il 20% degli spostamenti giornalieri urbani complessivi si effettuano sulle due ruote. L’obiettivo nel lungo termine (2030) è quelli di aumentare questa percentuale fino ad arrivare al 25%.
Oggi Padova offre 168 chilometri di itinerari ciclabili, mentre sono state progettate piste per arrivare a quasi 200 entro il 2022. L’obiettivo per il 2030 è offrire alla città una rete di 300 chilometri di infrastrutture e facilitazioni per i ciclisti, sviluppando e favorendo anche i collegamenti ciclabili con i comuni della cintura. Sono lavori che auspichiamo possano essere finanziati da fondi europei, ministeriali e regionali. La città ha bisogno di una struttura come questa per una mobilità sostenibile», prosegue Lorenzoni.
Le norme tecniche Ma non ci sono solo piste ciclabili e nuove passerelle. Anche una serie di novità nell’organizzazione dei cantieri stradali e delle indicazioni: « La sicurezza è uno degli elementi su cui l’attenzione è stata maggiore e le norme tecniche contengono indicazioni importanti per la realizzazione di tutte le infrastrutture cittadine», spiega Lorenzoni. Per fare degli esempi, si può immaginare che in futuro verrà segnato uno spazio in rosso davanti alla linea di arresto dei semafori, sarà il posto per le bici in testa alla coda. Oppure ancora: le piste ciclabili non dovranno essere interrotte da paletti in caso di “passi carrai” ma dovrà essere chi esce da un garage o cancello a dare la precedenza alle due ruote e accertarsi che in quel momento non passi nessuno.
«Si tratta di un vero e proprio cambio di mentalità, per cui sulla strada non vige la legge del più forte ma si rispetta chi contribuisce a una mobilità sostenibile – conclude il vicesindaco – Devo ringraziare i tecnici di tutti i settori che hanno lavorato oltre un anno per dare alla città un piano che darà organicità alle politiche a favore della ciblabilità». —
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