Proiettile nascosto in un pacco di vestiti Paura al negozio di abbigliamento Zara

Un proiettile spedito al negozio della catena di abbigliamento Zara in piazzetta Pedrocchi, giunto a destinazione in un pacco proveniente dalla casa madre in Spagna. È stato trovato ieri mattina ed è solo l’ultimo di una serie di episodi che accende, in qualche modo, l’attenzione su questo marchio e sui suoi stabilimenti. Zara è finito nel mirino dei movimenti antagonisti per il supposto sfruttamento dei lavoratori. Il proiettile spedito ieri a Padova e quello trovato a novembre dello scorso anno a Torino bastano per evocare l’ombra anarchica.
il proiettile
Tecnicamente si tratta dell’ogiva di un proiettile ma il calibro non è ancora stato definito con precisione. Se ne occuperanno i carabinieri, che l’hanno sequestrata e inviata al Ris per le analisi. Sono stati i dipendenti a dare l’allarme, di prima mattina, mentre spacchettavano le forniture giunte dalla sede centrale. «Il bossolo non è stato trovato. Al momento non si ravvisano tentativi di intimidazione o di natura estorsiva», scrivono i carabinieri nel rapporto inviato in Procura. Ora si faranno tutte le indagini per capire se e quando il pacco sia stato manomesso nel corso della spedizione.
il precedente
A novembre dello scorso anno un ritrovamento analogo venne fatto nel maxistore di via Roma a Torino, precisamente nei camerini, all’orario di chiusura: era un proiettile calibro 9. Anche in quel caso nessun messaggio o rivendicazione.
la contestazione
La boutique padovana di Zara è stata recentemente presa di mira dai movimenti che si battono contro lo sfruttamento del lavoro nei paesi in via di sviluppo. A fine ottobre una ventina di attivisti ha fatto ingresso nel negozio. Insieme si sono stesi a terra in segno di protesta. «Un’iniziativa di disobbedienza civile per denunciare le politiche di Zara» hanno spiegato. «In particolare lo sfruttamento dei lavoratori, degli studenti e del pianeta. Zara è una delle grandi aziende del gruppo Inditex che ha costruito un giro di miliardi di euro sullo sfruttamento delle persone e del pianeta». Secondo i movimenti antagonisti Zara è tra i precursori della fast fashion, con i vestiti cosiddetti “usa e getta”. «I rifiuti tessili vengono gettati e occupano un’alta percentuale delle discariche di tutto il mondo» accusano i movimenti.
L’azione di protesta non ha nulla a che vedere con l’intimidazione di ieri ma è comunque un segnale di malumore attorno al marchio di una grossa multinazionale.
accertamenti
Il fenomeno finisce inevitabilmente sotto la lente d’ingrandimento dell’antiterrorismo. Il pacco proveniva dalla Spagna, dove c’è una robusta enclave anarchica. Prima di Padova è successo a Torino, altra città dove i movimenti anarchici sono presenti. Tutti indizi che le Digos non possono trascurare. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova