Promotrice indagata la truffa è di un milione
Ammonta a un milione di euro il danaro passato per le mani dell’ex promotrice finanziaria Paola Frasson, all’epoca dei fatti dipendente della filiale Unicredit Private Banking con sede nella centralissima piazza Eremitani, e poi sparito. Danaro ricevuto dai clienti dell’istituto decisi ad acquistare prodotti finanziari in grado di produrre profitti e finito chissà dove. Di certo non in investimenti remunerativi per i clienti che, al momento, sono rimasti a mani vuote. E i soldi gestiti dalla promotrice Frasson? Finora la donna, indagata per truffa aggravata e difesa dai legali Valentina Gasparini e Giorgio Bortolato, non avrebbe fornito nessuna spiegazione agli inquirenti, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Padova coordinato dal pm Orietta Canova. A oggi in procura sono una ventina le denunce presentate dagli ex clienti di Paola Frasson, 47 anni, residente a Vigonza in via Del Pastore, “invitata” a dimettersi “volontariamente” (in pratica a licenziarsi) dalla banca oltre un anno fa quando la malagestione viene a galla e la bancaria è costretta ad ammetterlo lei stessa nel corso di una tesissima riunione avvenuta il 12 luglio 2011. Successivamente è Unicredit a trasmettere una segnalazione a Consob (la Commissione nazionale per le società e la Borsa) con la confessione di Paola Frasson tanto che, il 9 novembre, la donna è sospesa per due mesi dall’esercizio dell’attività di promotrice finanziaria, unico provvedimento cautelare ammesso in fase d’indagine dove si legge: «Il promotore finanziario (Frasson) ha dichiarato di aver effettuato indebiti prelievi di danaro ... sui rapporti riconducibili ai citati clienti, falsificando le firme in calce alle richieste dei carnet e degli assegni bancari». È stato qualche cliente ad accorgersi di prelievi non autorizzati, informando Unicredit. Così, con l’aiuto dei vertici dell’istituto, è stato subito ricostruito l’operato di Frasson che per quasi un anno, però, aveva pescato a piene mani dai conti dei clienti migliaia di euro, trasferiti in conti suoi personali o addirittura impossessandosi dei soldi firmando lei stessa (in nome e per conto dei risparmiarori) assegni di cui risultava beneficiaria. Consistenti i prelievi che hanno raggiunto punte di 50 mila e 200 mila euro al colpo. Tra il 9 dicembre 2010 e il 28 gennaio 2011 la bancaria aveva versato sul proprio conto 21.273 euro rubati a un cliente; altri 8.125 tra il 26 gennaio e il 10 giugno 2011; ancora 50.995 tra il 15 dicembre 2010 e il 14 luglio 2011; ulteriori 48 mila euro erano stati intascati tra il settembre e il novembre 2010.
Cristina Genesin
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