Protesta dei fruttivendoli padovani contro la linea dura in piazza delle Erbe

AMBULANTI STRANIERI. Banchi, la maggioranza è in mano ad immigrati
Una riunione ad hoc per discutere dei problemi di piazza delle Erbe. L'incontro è avvenuto nei giorni scorsi tra una rappresentanza di ambulanti padovani, l'assessore al Commercio, Marta Dalla Vecchia, il comandante della polizia municipale, Aldo Zanetti, e i loro tecnici. I problemi presentati dai fruttivendoli sono stati diversi: la cronica assenza di parcheggi in centro storico, la presenza della ztl che impedisce l'accesso in auto alle piazze, la concorrenza dei grossi centri commerciali cittadini e di quelli che sorgono (o stanno per farlo) alle porte di Padova. Ma soprattutto la gestione della piazza durante le ore di mercato. I commercianti italiani hanno espressamente chiesto un maggiore controllo sulle regole. In primis quelle relative alla pulizia degli spazi. Dell'incontro però gli ambulanti stranieri non sapevano nulla. L'inasprimento dei controlli e le sanzioni che ne sono derivate, sono avvenute di conseguenza. Al centro del mirino sono finiti soprattutto gli ambulanti sprovvisti del «laboratorio» per la pulitura dei carciofi. Da due anni infatti chi vuole vendere i carciofi in piazza deve possedere uno speciale strumento in cui tagliare e pulire la verdura. A stabilirlo è una normativa nazionale recepita poi dall'Usl 16. In piazza delle Erbe i fruttivendoli dotati di «laboratorio» pulisci-carciofi (un piccolo tavolino in acciaio con annesso rubinetto per l'acqua e mini-vasca) si contano sul palmo delle mani. E infatti uno di loro è stato pesantemente sanzionato proprio per esserne sprovvisto. Ma sono state elevate anche altre multe. (m.b.) Ed è stato colto in flagranza di reato anche Aldo Kercini. Lui però (in possesso di regolare laboratorio-carciofi) è stato fotografato mentre lasciava sul selciato della piazza alcune foglie di finocchio. «Ho preso 250 euro di multa - conferma ancora infuriato - ma mi sono cadute solo due foglie di finocchio. Robe da pazzi. Ho visto il vigile che fotografava. Gli ho chiesto: ma cosa fotografi? Poi mi ha domandato la licenza del banco e mi ha dato la contravvenzione. Incredibile. Ma come si fa? Uno che lavora può succedere sporchi. Poi avrei sistemato subito. Come possiamo accettare una simile vessazione?». E gli stranieri? Multati anche loro. Che però non parlano. Della riunione a palazzo Moroni chiesta dai loro colleghi italiani non erano a conoscenza. «Noi siamo a posto - ripete uno di loro - guarda, mettiamo tutto in ordine. Non lasciamo nulla per terra». Ed effettivamente, almeno ieri, le cassette della frutta retro-banco erano impilate perfettamente. Sembravano un tetris. Ma la sensazione è che la convivenza sia e resti molto difficile. E non fa che peggiorare, con l'avanzare della crisi economica che sta strozzando tutti. Chi può, tra gli italiani se ne va e lascia la piazza. Il prezzo di un banco di frutta e verdura, qui, si aggira tra i 40 e i 50 mila euro. «Io a certe cose non ci sto proprio», ripete un ambulante padovano. «Questi qui (e parla indicando i colleghi immigrati) hanno messo su una cooperativa a modo loro. Gestiscono persino i paletti che delimitano la piazza. Ci chiedono 5 euro al giorno per toglierli e ripiantarli. Tutto in nero. Ma è mai possibile una simile situazione?».
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