Psicologia festeggia 100 anni con i nuovi corsi telematici

Era il 2 maggio del 1919 quando il professor Vittorio Benussi, noto in tutto il mondo per le sue ricerche sulla percezione e le illusioni, tenne la prima lezione accademica di Psicologia all’università di Padova. Era il primo in Italia, insieme ad un altro partito contemporaneamente a Roma. Da quel giorno sono passati ormai cent’anni: un secolo ricco di traguardi e di soddisfazioni, celebrato ieri con una lunga giornata di studio nell’auditorium dell’Orto Botanico. «Festeggiamo un numero due volte felice» ha detto il rettore del Bo, Rosario Rizzuto «i primi cento anni della facoltà, ora scuola, ma anche il suo ingresso tra i primi 100 al mondo – al 67esimo posto – nei ranking del Times Higher Education. Il risultato di uno sforzo corale del nostro ateneo, che ha visto, negli ultimi anni, migliorare il posizionamento a livello complessivo come nei singoli ambiti disciplinari».
L’esordio
L’esordio della scuola di Psicologia, quel giorno di maggio, non fu in realtà felicissimo: erano tempi in cui la materia si guardava ancora con un certo sospetto e inizialmente non furono molti ad avvicinarsi al sapere accademico. «Alla prima lezione» racconta il presidente di Scuola, professor Luigi Castelli «c’erano solo tre studenti. Poi, nel tempo, siamo arrivati alla situazione opposta: negli anni Ottanta avevamo migliaia di iscritti, tanto che si arrivò a far lezione nei cinema, al Pio X e all’Excelsior. Oggi sono cambiate le normative, abbiamo dei vincoli ministeriali sul numero di iscritti e le lezioni non sono più solamente frontali. Per questo abbiamo dovuto inserire il numero programmato: i posti a disposizione sono meno di mille e le domande, quest’anno, superavano di gran lunga le tremila».
studenti da tutt’italia
Proprio in virtù dell’antica tradizione che può vantare, e delle ottime performance nelle classifiche internazionali, la Scuola di psicologia ha anche una percentuale di fuori sede altissima: «A seconda degli anni oscillano fra il 30 e il 40% nei corsi di laurea triennale» spiega Castelli «e arrivano a toccare il 50% nei corsi di magistrale. Qualche anno fa abbiamo inaugurato anche il primo corso di laurea triennale completamente in inglese, e lì i frequentanti sono quasi tutti stranieri».
corso telematico
A proposito di corsi in inglese, con il prossimo anno accademico ne sarà avviato un altro, frequentabile completamente online (teledidattica).
«È il primo in Italia» continua il presidente Castelli «e lo abbiamo pensato proprio per raggiungere i giovani che vivono in paesi dove la formazione può essere carente». Ma l’innovazione non è solo una questione di mezzi o di metodi. La “nuova” psicologia sta conoscendo continue evoluzioni anche nella visione della materia e negli sbocchi lavorativi. Tanto che oggi, dice Castelli «sarebbe forse più corretto di parlare non di psicologia, ma di psicologie. C’è chi ha una visione più scientifica, più vicina alle scienze dure, e chi invece segue un’impostazione più umanistica. La nostra ricchezza sta proprio nel fatto che ai nostri studenti proponiamo entrambe, per far conoscere loro le varie sfaccettature della materia. Anche nel mondo del lavoro la psicologia pura, clinica, è diventata solo una via fra tante: gli psicologi si occupano di selezione del personale, di interventi scolastici, di progettare percorsi per la comunità. Sono figure sempre più presenti, più vicine. E la nostra sfida è preparare i ragazzi ad affrontare ogni declinazione del mestiere». —
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