Puzze sospette? «Fonderia sempre aperta ai controlli»

Il direttore della Anselmi di Camposampiero apre i battenti dello stabilimento «Qui è tutto in regola. Due colate al giorno, in attesa di recuperare clientela»

CAMPOSAMPIERO. «Ecco la colata della sera. E così coliamo anche la mattina». Otello Pittarello, direttore della Fonderia Anselmi dal luglio dello scorso anno, mostra come si lavora dentro lo stabilimento che per sei mesi, tra il 2016 ed il 2017, è rimasto chiuso e sull’orlo della chiusura definitiva. Dopo anni di tribolazioni societarie, i 107 lavoratori rimasti, dagli oltre 300 del 2008 nel periodo pre-crisi, hanno rivisto la luce e ritrovato il lavoro, grazie alla famiglia Ariotti, proprietaria delle omonime fonderie bresciane, che ha investito nel rilancio della Anselmi. Per farlo, l’ad Roberto Ariotti ha pensato a Pittarello che aveva lavorato nello stabilimento di via Nievo ininterrottamente dal 1972 al 2004, fino a diventarne il direttore. Dopo un periodo di consulenza in un’altra fonderia, Otello Pittarello, 71 anni, di Selvazzano, lo scorso anno è tornato per far ripartire la “sua” fonderia e oggi risponde alle nuove critiche e proteste che arrivano, in particolare da alcune attività e residenti confinanti con lo stabilimento. Dopo un episodio di fumo e odore acre di inizio gennaio, secondo i residenti, la sera i problemi si sarebbero ripetuti comportando anche difficoltà a respirare. «C’è stato un episodio di fuoriuscita di fumo perché c’erano dei portoni aperti. Si tratta di fumo di lavorazione che si crea quando scende la colata e che normalmente viene subito aspirato dal sistema di tubazioni che lo convogliano ai filtri», spiega il direttore dello stabilimento. «Come si può notare anche dall’esterno», aggiunge Giancarlo Ceola, uno dei dipendenti di lungo corso, «non abbiamo camini diretti sul tetto ma tutti i fumi vengono raccolti dal sistema di aspirazione». All’interno, durante le lavorazioni, si respira un odore particolare, «che è quello della sabbia a contatto con il fuoco e la colata: odore che gli operai e anche noi sentiamo ogni giorno», precisa Otello Pittarello, 46 anni di lavoro in fonderia, «Certamente noi non vogliamo negare che vi siano odori ma si tratta di una fonderia, non di una fabbrica di profumi. E nel 1955, quando si insediò qui, le case introno erano davvero pochissime. Oggi siamo attorniati da un quartiere e da attività». Sui materiali utilizzati, Pittarello garantisce: «Rispettiamo i protocolli e abbiamo controlli continui. Non usiamo materiali tossici e proprio ieri, sono stati qui i tecnici dell’Arpav per le loro verifiche». L’amministrazione comunale, per bocca della sindaca Katia Maccarrone e dell’assessore Carlo Gonzo, assicura «un confronto continuo con la direzione dello stabilimento». Oggi la fonderia Anselmi lavora 30 tonnellate al giorno di materiali contro le 240 del 2008. Con un sistema di rotazione e di contributi di solidarietà, tutti i 107 dipendenti sono occupati: «Potremmo fare molto di più, ma stiamo ripartendo dopo un periodo di lungo fermo, recuperando vecchi clienti. Siamo ottimisti e soprattutto, voglio ricordare, che non si può vivere di soli supermercati. Bisogna anche produrre, per creare ricchezza e spendere», conclude Otello Pittarello.

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