Quaglie in fiasco, scatta la denuncia

Volatili usati come richiami vivi e maltrattati: nei guai un cacciatore di Saletto

SALETTO. Quaglie “in fiasco” come richiamo, ma la legge punisce la pratica e così un cacciatore di Saletto è finito nei guai. Si tratta di un sessantenne, italiano, denunciato per maltrattamento di animali dai militari della forestale di Monselice. Il cacciatore deteneva in piccoli contenitori in vimini alcuni esemplari di quaglie che presentavano evidenti segni e ferite, causati dal continuo sfregamento del corpo contro le pareti interne della gabbia artigianale. I volatili erano costretti inoltre a convivere con mangime sparso sul fondo, misto alle loro stesse deiezioni. L’utilizzo delle quaglie all’interno del “fiasco” in vimini è una antica usanza che veniva utilizzata in ambito venatorio tra il 1920 e il 1950, quando la legge non aveva introdotto i reati di maltrattamento degli animali. Le quaglie, utilizzate in questo modo, hanno una funzione di richiamo per gli altri volatili. Ad accorgersi della presenza delle gabbie all’interno di un’area privata sono stati gli stessi militari nel corso di una azione di vigilanza ambientale di routine. Sono state constatate abrasioni alla testa nonché la perdita e la rottura del piumaggio della coda. Sul posto sono arrivati anche gli operatori dell’Usl 6, che hanno confermato le situazioni precarie degli animali intrappolati. L’intervento delle forze dell’ordine ha quindi permesso di assicurare le cure necessarie agli uccelli maltrattati e di segnalare all’autorità giudiziaria il sessantenne, che dovrà difendersi dall’accusa di maltrattamento animale. Oggi questi comportamenti sono perseguiti dalla legge penale . (n.c.)

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