Quando gli austriaci si arresero alla Madonna della Cintura

CAMIN. «Cent’anni fa la dominazione austriaca stava dando gli ultimi sbadigli anche qui nel Veneto. La nostra buona gente sapeva manifestare con fine furbizia il proprio ardente anelito di libertà e...
CAMIN. «Cent’anni fa la dominazione austriaca stava dando gli ultimi sbadigli anche qui nel Veneto. La nostra buona gente sapeva manifestare con fine furbizia il proprio ardente anelito di libertà e il proprio amore di patria con felici e geniali espressioni popolaresche. Mentre alla Scala di Milano, presenti le massime autorità austriache, tra un atto e l’altro gli spettatoti gridavano “Viva Verdi” e tutti capivano che l’espressione voleva dire “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”, per le Calli di Venezia e per le vecchie vie porticate di Padova, fruttivendoli ed erbivendoli gridavano: “Riso – bisi – fragole – “(bianco, verde e rosso, i colori della nostra bandiera). Gli austriaci, che si sentivano scottare il terreno sotto i piedi, s’insospettivano di tutto, s’innervosivano di tutto. Quindi proibirono tutte le manifestazioni pubbliche, tutti i raduni, tutte le feste rionali». Inizia così il racconto riportato dal bollettino parrocchiale della chiesa di Camin, San Salvatore del 1966. L’episodio si riferisce alla tradizionale processione della Madonna della Cintura, ma del 1866. Poco prima della festa, il parroco di Camin (era don Agostino Calvi) si vede arrivare dal comando austriaco di Padova un editto perentorio: vietata la processione. «Il parroco raduna i capifamiglia della parrocchia che decidono di farla lo stesso. La domenica pomeriggio in Chiesa c’è tutta Camin al completo. Intanto arriva da Padova un picchetto armato di soldati austriaci. L’ufficiale schiera i soldati all’esterno della porta maggiore della Chiesa. Il Parroco e gli altri dignitosamente ed energicamente rispondono: «La Processione si ha da fare! La nostra Madonna la portiamo fuori noi come si fa da cento e cento anni». In quel momento le campane intonano un segno solenne, tutta la gente si muove cantando inni alla Madonna. L’ufficiale austriaco resta attonito e un po’smarrito davanti alla ferma e tranquilla decisione di tutto quel popolo, e all’avvicinarsi della statua della Madonna egli comanda ai suoi soldati il presentat’arm!». Questa pagina di storia è stata ritrovata in questi giorni da Nereo Tiso, proprio mentre domenica scorsa Camin ha ripetuto la liturgia della processione della Madonna e proprio mentre si sta svolgendo (fino a stasera) la sagra. Un racconto che spiega perché da sempre Camin è una comunità molto unita.
(e.sci.)


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