Quando l'ex Doge lo accusò di far parte di una «cupola»

CONTRO Giancarlo Galan e Ferruccio Macola
CONTRO Giancarlo Galan e Ferruccio Macola
 
E' da quasi nove anni, ovvero dal 3 maggio del 2002, che Giancarlo Galan non perde occasione per «bacchettare» Ferruccio Macola. Quel giorno il manager fu accusato di far parte di una «cupola che comanda la città a dispetto dei politici».
 «Dal 1992 in poi - puntualizzò Galan, all'epoca presidente della Regione, mentre Giustina Destro sedeva a Palazzo Moroni e Vittorio Casarin a Palazzo Santo Stefano - gli spazi della politica nel nostro Paese sono stati occupati da altri gruppi da lobby. Io contesto il mito di questa gente - aggiunse l'allora governatore - senza macchia (in latino «macula», ndr) e senza tessera, che dovrebbe fare gli interessi della collettività più dei politici, senza avere come loro il piccolo problema di presentarsi al giudizio degli elettori, ogni quattro anni, per farsi rieleggere. E' questo che non mi va giù».  Difficile accusare di Macola di simpatie comuniste. Ma proprio di «cupola sovietica», alla guida della città, Galan aveva parlato solo tre mesi prima, nel febbraio 2002, alludendo, implicitamente, a Roberto Ongaro, che guidava la Zip, e a Massimo Carraro, allora alla testa dell'Interporto. Il solco tra Galan e Macola si allargò tre anni dopo, il 2 febbraio 2005, quando il manager restò in sella all'arrivo dei francesi di Gl Events. Allora Galan si schierò con la cordata formata da VeronaFiere e VicenzaFiere, bocciata dal tandem Flavio Zanonato (Comune) -Gianfranco Chiesa (Camera di Commercio), con Vittorio Casarin (Provincia) costretto a digerire il rospo.  Insomma, non stupisce che Galan, ora ministro delle Politiche agricole ma sempre attento a quello che succede nella «sua» Padova, sia tornato ad attaccare Zanonato e, di riflesso, il presidente di PadovaFiere Macola. Probabile si tratti solo della nuova puntata di un'offensiva che viene da lontano.

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