Quasi 10 ore per setacciare casa e negozio di Mantoan

PIOVE DI SACCO. Hanno impiegato nove ore e mezza per setacciare da cima a fondo la casa e l’ex negozio della famiglia Mantoan a Piove rispettivamente in via Piave 78 e in via Cavour. Con risultati insperati. Ora gli inquirenti, coordinati dal pm padovano Roberto D’Angelo, hanno in mano tre reperti che ritengono di «estremo interesse» per cercare di dare un volto e un nome all’assassino dell’immobiliarista Angelo Moressa, 64 anni: un coltello e il suo contenitore in plastica e una felpa di colore blu, sporca di macchie ancora non identificate. Difficile dire se si tratti del sangue della vittima ucciso con una quindicina di coltellate il 9 ottobre 2005, nel suo ufficio in via Cavour, sopra il negozio dei Mantoan. La prossima settimana i tre reperti saranno affidati a un consulente tecnico per identificare eventuali tracce di dna. Al momento è congelata la richiesta di archiviazione del procedimento penale per omicidio volontario aperta a carico di Leooldo Mantoan, il trentatreenne indagato come esecutore materiale del delitto, che risiede nell’abitazione con la madre e la sorella, sbiancate in volto quando i carabinieri hanno scoperto i tre oggetti. Appare scontato che il gip Paola Cameran attenderà le risultanze della consulenza tecnica prima di pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione sollecitata dal pm Maria D’Arpa, titolare dell’indagine sul delitto.
Alle 9 di giovedì si è presentato nella casa di Piove il pm D’Angelo con i carabinieri e un militare con il cane pastore specializzato nel sentire odore di sangue e di cadavere. Perché il pm D’Angelo? È il magistrato che indaga sul trafugamento della bara di Moressa, avvenuto il 17 luglio scorso nel cimitero di Cambroso di Codevigo. Bara ritrovata lungo l’argine del Bacchiglione a Correzzola. Per quel trafugamento è finito in carcere Leolpodo Mantoan. I militari hanno esaminato con il metal detector tutta l’abitazione e il giardino: dove scattava l’allarme, piantavano una bandierina, altri colleghi scavavano. Nella parte retrostante della casa, in un’area incolta, il cane ha abbaiato e inserendo il paletto è saltata fuori la felpa. Si è scavato ed è stato trovato un tubo in cemento dentro il quale c’erano la maglia con l’astuccio porta-coltello. Alle 14 gli investigatori si sono trasferiti nel negozio in via Cavour, chiuso da tempo e ormai semi-vuoto, ma non hanno trovato nulla. Quindi sono tornati nella casa e hanno perquisito due magazzini-garage adiacenti: nella stanzino di uno di questi, si trovano la scrivania di Leolpodo (c’era un suo certificato medico) e le sue biciclette; nel ripiano sottostante il tavolo, all’interno di un tubo in alluminio per fogli da disegno, la scoperta del coltello. Nei giorni scorsi è stato interrogato per sei ore dal pm l’ex appuntato di Piove Andrea Boscolo, molto amico di Moressa, poi trasferito a Verona, ora investigatore privato.
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