Quell'aula piena a Giurisprudenza
PADOVA. In relazione all’articolo del 24 gennaio, è perlomeno curioso il fatto che i presenti in aula fossero mille, quando la capienza dell'aula Ederle dove si è tenuto l'appello, è di appena 200 posti a sedere. D'altra parte, anche a voler prendere in considerazione l'eventualità di studenti in piedi o seduti per terra, sarebbe stato comunque sufficiente verificare la lista di iscrizione all'esame per scoprire che, in verità, i candidati erano 377. Di questi, alcuni non hanno risposto all'appello, mentre altri erano iscritti al solo fine di sostenere la prova orale. Altri ancora, infine, risultavano iscritti solo per registrare il voto dell'esame già sostenuto in altra data. A conti fatti, e in ciò trovando conferma anche nel numero dei compiti consegnati, gli studenti materialmente presenti in aula erano 307.
Falsa è poi l'affermazione di chi sostiene che la ricerca delle aule sia iniziata soltanto dopo la conclusione dell'appello. Invero, come facilmente appurabile dal sistema di gestione delle Aule del Front-Office di Facoltà, la prenotazione delle stesse (Ederle - 200 posti; D'Ayala - 140 posti; C - 120 posti; De Ponti - 90 posti) era stata effettuata personalmente dal docente una settimana prima. Con riguardo, inoltre, alla presunta libertà concessa nelle aule agli studenti per assenza di controllori, la notizia riferita dalla vostra fonte risulta senz'altro priva di fondamento alcuno. Infatti, nelle quattro aule prenotate erano presenti, rispettivamente, il Professor Checchini, il dottor Cospite, la dottoressa Abatangelo e la dottoressa Tagliapietra. Peraltro, lo stesso dottor Cospite, su indicazione del professor Checchini, ha dato un'ulteriore possibilità agli studenti ai quali mancasse soltanto l'esame di Diritto Civile per laurearsi, ossia di poterlo sostenere esclusivamente in forma orale. A differenza di quanto scritto nell’articolo, la proposta è stata accolta con estremo favore dall'intera aula, tanto che è spontaneamente partito un applauso. È necessario sottolineare che non si è trattato di una soluzione improvvisata per far fronte alla situazione contingente, bensì di una prassi introdotta ormai il 12 dicembre scorso, grazie alla collaborazione tra la rappresentanza studentesca e i docenti. Infine, riteniamo che l'approccio con cui si è voluto rappresentare la situazione di noi studenti all'interno delle mura del Bo sia quantomeno inconcludente. I problemi notoriamente ci sono, ma sono ben altri rispetto a quelli messi in luce nell'articolo.
Basti pensare alla mancanza di appelli straordinari, alla poca chiarezza delle regole sulle modalità d'esame e sulla fissazione delle date degli appelli, oppure ancora alla scarsa accuratezza nella correzione di alcuni scritti o le lungaggini nella correzione di altri.
Qualora si volesse aprire un dibattito pubblico su dei veri problemi, varrebbe la pena farlo seriamente e in maniera costruttiva. Non sappiamo se questo potrà essere interessante da un punto di vista giornalistico, ma, in ogni caso, saremmo comunque ben lieti di poterne discutere con la vostra testata.
Andrea Biasibetti
Federico Chiopris
Roberto D'Aronco
Andrea Scuttari
Rappresentanti degli studenti della Facoltà di Giurisprudenza
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