«Questa non è fesa di tacchino». Il fornitore di Camposampiero indagato per frode

Quel petto di tacchino aveva qualcosa di strano. Era buono e pure saporito, ma il taglio non era quasi mai normale, a forma di bistecca. Il capitolato della fornitura era chiaro e parlava di “fesa di tacchino”. Sono scattate le indagini da parte della procura e ora il titolare della cooperativa sociale che forniva la carne è indagato per frode su pubblica fornitura. Tutto parte qualche mese fa all’interno della caserma Salomone. La sezione veterinaria dell’Esercito, che si occupa anche delle qualità del cibo che viene servito ai militari, ha deciso di analizzare quella fesa di tacchino. E quando le analisi hanno portato a stabilire che quello che veniva servito nella loro mensa interna non era fesa è scattato l’esposto alla sezione Carabinieri interna alla Salomone. Che ha spedito tutto in procura. Il fascicolo è finito sul tavolo del pubblico ministero Sergio Dini che ha ordinato ulteriori accertamenti.
il capitolato
Per le forniture di una caserma ci sono i cosiddetti capitolati di spesa, dove vengono richiesti dei prodotti che devono corrispondere a quanto richiesto. Visto anche che gli alimenti, in questo caso, vengono pagati, per il valore del prodotto richiesto. Il fornitore era già indicato, ovviamente, nelle fatture d’acquisto. Si tratta della cooperativa sociale “Cucina&Sapori” con la sede legale a Camposampiero. Una ditta molto apprezzata non solo nell’Alta Padovana che si occupa, tra l’altro, di fornire i pasti a scuole e Case di riposo per anziani. Ora la procura sta cercando la correttezza nella fornitura in merito questi enti.
c’è un indagato
Nel frattempo M.A. 68 anni, risulta iscritto nel fascicolo degli indagati per frode in pubblica fornitura. Il contratto d’appalto in questione per la caserma Salomone è quello relativo al 2018/2019. Qualche mese fa appena il servizio Veterinario militare ha accertato che la fesa di tacchino non era conforme ha interrotto la fornitura. Nella fesa che arrivava in caserma sarebbe stata riscontrata una quantità troppo elevata di acqua. La coop si legge nel sito Internet «adempiendo a tutti gli obblighi previsti, dimostra il suo orientamento verso la massima qualità dei pasti e precisione tecnica nei servizi accessori quali il confezionamento e la distribuzione, dimostrati dall’adozione di rigidi criteri di selezione delle forniture di materie prime e prodotti alimentari finiti; dall’osservanza di rigorose norme igieniche nella conservazione e nella manipolazione degli alimenti; dall’impiego di personale altamente qualificato e specializzato». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova