Radar sotto accusa, 20 ammalati
Le onde elettromagnetiche dei radar delle navi della Marina Militare italiana finiscono sotto la lente della procura di Padova. L’indagine è partita dalla segnalazione di un sottufficiale sessantenne della Marina Militare residente a Padova, finita sul tavolo del sostituto procuratore Sergio Dini. Il militare è ammalato di leucemia e - come racconta nel suo atto di denuncia - è stato per molti anni esposto alle onde elettromagnetiche dei radar dei cacciatorpediniere della Marina Militare e di altri navi che negli ultimi decenni hanno pattugliato l’Adriatico, il Tirreno e il Mediterraneo.
Il pm Dini è deciso ad affidare alcune consulenze in merito all’effettiva connessione tra l’esposizione ai radar delle navi e le malattie riscontrate in molti marinai. Al momento non ci sono studi scientifici inerenti alla connessione, possibile ma non certa, che la prolungata vicinanza ai radar causi malattie neoplastiche.
Dopo l’esposto del padovano colpito da leucemia, il fascicolo si è ingrossato con i casi di altri 20 marinai residenti in vari parti d’Italia, accomunati dallo stesso lavoro in mare. Diverse le patologie che li hanno colpiti: non solo leucemie, ma anche neoplasie a pancreas e testicoli. Ora le loro storie, di una vita minata dalla malattia dopo anni vissuti in nave, lontani dalle proprie famiglie, sono riunite in una inchiesta che mette sotto accuse i radar.
I siti Internet specializzati mettono sotto accusa da tempo i radar, sia di terra che delle navi. Uno studioso italiano, Franco Sarto, aveva concluso la sua indagine già negli anni ’80 in questi toni: «I lavoratori delle postazioni radar vanno incontro a numerosi rischi, radiazioni ionizzanti e non, per cui vengono discusse le modalità con cui esse si possono produrre. Abbiamo eseguito un check-up generale e lo studio delle aberrazioni cromosomiche sui linfociti periferici ad un gruppo di 41 radaristi, di età media 35 anni, operanti in alcune basi dell’Esercito italiano. Quest’ultimo esame è considerato il più sensibile indicatore di danno biologico indotto dalle radiazioni ionizzanti mentre non è ancora stabilito se le radiazioni non ionizzanti siano in grado di provocare aberrazioni cromosomiche. Le aberrazioni di tipo cromosomico negli esposti erano aumentate in maniera altamente significativa rispetto a quelle riscontrate in un gruppo di controllo di 26 soggetti maschi di età simile». Pare difficile, secondo gli inquirenti, che tutti i marinai si siano ammalati sono per una tragica fatalità.
Solo alcuni mesi fa il pm Dini aveva chiuso l’inchiesta bis per la cosiddetta “strage degli invisibili”, i militari arruolati nella Marina italiana morti (o ammalatisi) per le conseguenze derivanti dall’esposizione all’amianto, minerale di cui erano foderate le nostre navi militari, bandito dall’industria italiana nel 1992 per la sua pericolosità. Quattordici persone fra ex vertici della Marina militare italiana in servizio dagli anni ’60 al 2000 rischiano il processo. Centinaia sono stati i morti per mesotelioma. Anche questa inchiesta era nata a Padova perché abitava in città il primo deceduto.
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