Rapinato e minacciato di morte, Monsieur Tartare pestato a Padova
Adriano Cesaro, 62 anni, noto ristoratore, aggredito nell'area del Green Tennis di via Bronzetti, dove ha trasferito la sua attività da via Cesare Battisti. Bottino 700 euro. Ora ha paura: "Quel tizio mi ha urlato: se parli ti ammazzo"

Il Green Tennis gestito da Monsieur Tartare
PADOVA. Ha parte del viso tumefatto e poca voglia di parlare. Monsieur Tartare, al secolo Adriano Cesaro, ristoratore padovano, 62 anni, dal 30 maggio scorso gestore del Green Tennis di via Bronzetti, dove ha trasferito la sua storica attività di via Cesare Battisti, la notte scorsa è stato aggredito, picchiato, rapinato dell'incasso (circa 700 euro) e minacciato di morte da un energumeno a volto scoperto, che parlava in italiano con l'accento dell'Est europeo. «Fortuna che non ho reagito, perché sennò quello mi ammazzava».
Adriano Cesaro ha poca voglia di parlare per un semplice motivo: ha paura. Le minacce dello sconosciuto ieri pomeriggio gli risuonavano ancora nelle orecchie. Se l'orrido ricordo non svanirà domani, Cesaro non andrà nemmeno in Questura a sporgere denuncia di rapina contro ignoti.
Finanche in ospedale Monsieur Tartare ha taciuto ai medici quello che gli era successo. «Quando il medico mi ha chiesto perché ero ridotto così volevo chiedergli se per caso legge i giornali in questo periodo...», sibila Cesaro con una certa dose di sarcasmo, marchio di fabbrica del suo successo con i clienti. Ieri, tuttavia, di sopra le righe c'erano solo i lividi e le ferite sul volto del noto ristoratore da trent'anni dietro ai fornelli e passato per i banconi di diversi locali, dallo Spizzichi e Bocconi al Burchiello, dall'Osteria degli Artisti a Monsieur Tartare (prima via Battisti ora Bronzetti).
«E' che il posto non è in sicurezza perché dovrei alzare reti e protezioni (il Green Tennis è di proprietà del Comune
ndr
) - racconta Cesaro ancora provato per una notte da incubo, mentre sua figlia lo guarda fumare una sigaretta dietro l'altra - ma mi piacerebbe perché così potrei lasciare libero di notte il mio rottweiler. Allora sì che mi sentirei sicuro. In questo posto ci ho messo l'anima, ovvero tanti soldi. Non posso permettermi di stare a casa in malattia».
La rapina è stata messa a segno la notte scorsa poco dopo l'una e mezza. Adriano Cesaro, dopo essersi congedato dagli ultimi clienti, ha chiuso il piccolo cancello che dà su via Bronzetti (dall'altra parte della strada c'è il nuovo Kofler che a quell'ora era quasi vuoto). Poi s'è messo a dare da bere ai fiori con la canna di gomma. All'improvviso, mentre si trovava sopra la gradinata che si affaccia sui vecchi campi da tennis in disuso, un giovane l'ha aggredito alle spalle, facendolo cadere giù per i gradoni. Poi gli è saltato addosso e ha cominciato a prenderlo a pugni urlando: «Ti ammazzo, ti ammazzo, dammi i soldi, dammi i soldi».
Monsieur Tartare ha estratto dalla tasca l'incasso della serata e glielo ha dato al rapinatore. Che si è rialzato ed è fuggito. Prima di scavalcare nuovamente il cancello si è voltato verso la sua vittima e gli ha detto: «Non dire nulla, perché altrimenti vengono i miei amici e ti ammazzano». Adriano Cesaro si è rialzato e ha chiamato la polizia. Ma ieri s'era già pentito: «E se ritorna, chi mi aiuta?».
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