Razzismo o vicinato incattivito Il caso Plaisir scatena reazioni

Profili falsi su facebook in cui si grida al miracolo di San Gennaro per la chiusura «Confermo la “svendita” a cinesi, romeni o moldavi così si capirà cosa vuol dire»
ZUPO-FOTOPIRAN-ABANO TERME-INTERVISTA SIMONA PARLATO BAR PLAISIR
ZUPO-FOTOPIRAN-ABANO TERME-INTERVISTA SIMONA PARLATO BAR PLAISIR



L’annuncio di Simona Parlato, titolare del bar Le Plaisir di via Configliachi ad Abano, di voler mettere in vendita il locale in quanto stanca di essere perseguitata con serrati controlli delle autorità (sempre conclusi con la dichiarazione che tutto è in regola) perché di origini napoletane ha scatenato ieri un sacco di reazioni in città. E lei non fa passi indietro: «Lunedì troverete sulla facciata del locale l’annuncio della vendita del bar. Ribadisco la volontà di fissare a 50 mila euro la cessione agli italiani e a 15 mila euro a cinesi, romeni o moldavi. Così qualcuno stavolta capirà cosa vuol dire avere una gestione che si porta con sé un target di clientela completamente diverso da quello che io ho sempre garantito. E il fatto che io non abbia mai preso una multa nonostante tutti i controlli che mi hanno mandato, fino ad esasperarmi e a farmi venire voglia di mollare tutto, ne è la dimostrazione. Mica solo le mie parole!».

NESSUNA SANZIONE

Il bar Le Plaisir è stato oggetto, nei due anni di gestione di Simona Parlato, di numerose segnalazioni alla Polizia locale per schiamazzi e musica ad alto volume. Una media di 2-3 al mese le telefonate arrivate ai vigili. Nessuna di queste ha però portato a sanzioni. Durante l’estate la Municipale ha staccato un paio di ammende per i rumori, tutte ai danni di cantieri, nessuna a pubblici esercizi.

FAKE PROTAGONISTI

La titolare continua ad essere oggetto di insulti razzisti postati su alcuni profili Facebook. «Condividono i miei post e mi screditano», dice Simona «Parlano di munnezza quando annuncio la chiusura del locale, esultano gridando al miracolo di San Gennaro quando dico che me ne andrò».

NO RAZZISMO

Beghe di vicinato in cui il razzismo non c’entra, secondo il sindaco Federico Barbierato: «Non c’è preclusione verso nessuno in città. Ci sono imprenditori di ogni tipo che investono ad Abano. Credo si tratti di una difficoltà di convivenza con i vicini. Non è la prima volta che accade, ci vuole equilibrio. Servono il buon senso e il rispetto delle regole sugli orari di chiusura della musica. L’assessore Berto farà visita alla titolare del locale e proverà a capire la situazione per trovare una soluzione adeguata».

Fa eco a queste parole il presidente mandamentale di Ascom Abano Claudio Lazzarini: «Abano è una città aperta, ed essendo una località turistica non ha mai chiuso le porte in faccia a chi proviene dal Sud o da qualsiasi altra parte. Del livello della musica che disturba i vicini, ad Abano abbiamo una bella collezione di episodi e segnalazioni. Sono tanti i locali che fanno musica, in via Jappelli, Marzia, in viale delle Terme e nessuno è ai ferri corti. Basta rispettare l’orario delle 24 come orario in cui si deve abbassare il volume». Chiude Filippo Segato, segretario dell’Appe (pubblici esercizi). «Quando ci sono problemi di questo tipo l’importante è il dialogo» spiega «Credo che quella della Parlato, che non è nostra associata, sul razzismo sia stata una provocazione».

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