Regionali in Veneto: chi è il nuovo consigliere Micalizzi, erede politico di Zanonato
Originario di Catania, è arrivato nella città del Santo da bambino, tra le sue caratteristiche l’attivismo e l’attenzione alle «piccole cose». L’ex sindaco lo ha voluto nella sua giunta, poi lo strappo sul campo nomadi di via Bassette

Mister preferenze lo è da sempre, quasi un predestinato. Andrea Micalizzi, nato a Catania il 16 luglio 1976, ma approdato a Padova quando era un bambino. Nella città del Santo ha messo radici tanto da fare politica fin da quando era a scuola, ai tempi della Sinistra giovanile.
La sua carriera politica inizia nel ’99 come consigliere di circoscrizione alla Stanga, di cui cinque anni dopo diventa presidente e lo resta fino al 2010, quando Flavio Zanonato lo chiama in giunta ad occuparsi delle manutenzioni e del verde. Inizia così la sua politica delle «piccole cose»: dal marciapiede all’aiuola, alla fognatura. Il decoro curato nei dettagli. Ma quello che ti fa ascoltare le persone, stringere mani, risolvere le situazioni di disagio.
Che poi è il criterio minimo per essere conosciuti, e così macinare preferenza dopo preferenza. È il più votato nel 2014 con 1.313 persone che scrivono il suo nome sulla scheda, ma la vittoria di Bitonci lo porta a stare all’opposizione, intestandosi una parte della battaglie che rilanciano il Pd come quella contro il calcio al Plebiscito. Resta sempre in testa nel 2017 con 1.185 preferenze e si conferma primo in lista nel 2022 con 2.811 voti. Mister preferenze, appunto.
Tra i suoi difetti c’è quello di essere iper attivo. Raccontano che nelle ultime settimane se trovava un’ora libera in agenda si lamentava del suo staff: «Dovete inserirmi qualcosa da fare: un incontro con i cittadini, un sopralluogo, una riunione elettorale». Difficile stargli dietro.
I Micalizzi poi sono politicamente un clan (nel senso buono del termine): il padre Filippo è militante da sempre ed è stato anch’egli consigliere di quartiere, oltre che segretario nello Spi Cgil; il fratello più giovane Luca è stato consigliere provinciale e oggi lavora nel mondo della cooperazione. E poi ci sono il supporto e la pazienza della compagna Elisa Gusella, referente dell’ufficio comunicazione di Confartigianato, e della piccola figlia.
La sua scuola politica però è quella della tradizione amministrativa della sinistra in città, incarnata da Flavio Zanonato, di cui è difficile non considerarlo l’erede (anche se la cosa potrebbe non far piacere ad entrambi). Come Zanonato, anche Micalizzi conosce la città palmo a palmo, e controlla minuziosamente ogni progetto di cui si occupa. Tra i due però la crepa si apre nel 2009 su un fatto specifico.
La raccolta firme che il Pd – Micalizzi in testa – organizza tra Torre e Mortise contro il campo nomadi di via Bassette. Zanonato, che all’epoca è sindaco, non la prende bene: «Non mi pare opportuno, il Pd ha il compito di risolvere i problemi e non di denunciarli». Oggi tra i due c’è rispetto ma non certo amore. Eppure sono così simili.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








