«Rettili di una specie africana tutt’altro che aggressiva»
GALZIGNANO TERME. Sono due esemplari di Python regius ovvero pitone reale. Trattasi di un piccolo serpente africano che abita le praterie e le savane dell'Africa centro-occidentale, lunghezza media un metro e trenta. Non è pericoloso, ha un carattere assai mansueto e riservato: viene anche chiamato pitone palla perché, se disturbato, nasconde la testa tra le spire e si “accartoccia”, intimidito.
Come quei due pitoni siano arrivati a finire i loro giorni in giro per i Colli, non è dato sapere: forse abbandonati, forse scappati da qualche teca.
«Certamente sono morti di freddo», spiega Nando Zanin, veterinario padovano nel cui ambulatorio di frequente arrivano anche pazienti-pitoni; «Ci sono le pelli accanto, hanno fatto la muta: è un momento delicatissimo per loro. Sono abituati al caldo, vivono nascosti nelle tane, non possono sopportare il freddo. E di freddo quasi certamente sono morti. A vederli in foto sembrano poi piuttosto magri, significa che forse erano in giro da un po’ e si nutrivano poco».
Sono centinaia i pitoni nelle teche dei padovani: per tenerli ci vuole il permesso Cites, vivono 30 anni circa, mangiano topetti (in libertà sono anche ghiotti di coniglietti cuccioli o rane) e hanno bisogno di starsene al caldo, tra i 23 e i 30 gradi. Sennò si beccano il raffreddore che vuol dire trattamenti antibiotici e aerosol.
Aerosol? «Sì certo», spiega Zanin «Le malattie più frequenti dei pitoni sono quelle da raffreddamento: respirano male e con la bocca aperta, il naso cola. Si curano con antibiotici e con l’aerosol, inserendo il tubetto nella teca, così per forza respirano i vapori. Altra patologia frequente, la diarrea».
Anche in questo caso vai con gli antibiotici e magari qualche giorno di risetto in bianco invece del topino, il quale ringrazierà augurandosi che la reale, pitonata dissenteria duri il più a lungo possibile.
Alberta Pierobon
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