Riaperti i negozi E scatta la corsa ai saldi anticipati Anche fino al 50%

Dai piccoli alle catene, tutti puntano alla riduzione dei prezzi Confesercenti: magazzini pieni, si cerca di recuperare
BELLUCO - FOTOPIRAN - DUE CARRARE - COMITATO NO GRAZIE CENTRO .MAURIZIO FRANCESCON
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padova

Dopo il lungo periodo di chiusura il commercio riparte con il “turbo” dei saldi anticipati: dal 20 al 50%, soprattutto abbigliamento, ma nessuna categoria rinuncia alle promozioni.

Le vendite private, in profumo di saldi di stagione (permesse anche se gli sconti partiranno ufficialmente a fine mese), sono l’ultima carta del commercio dopo il 2020 disastroso. Si cerca in ogni modo di attirare una clientela che ha perso l’entusiasmo dello shopping e ha le tasche vuote. In testa le grandi catene e i megastore: Tezenis (sconti al 50%), H&M (vendite private), Zara (-40%), Golden Point (-50%), Intimissimi (-50%), Desigual (-40%), Forpen (-20%), Prima Donna (-50%), Full&Bear (-40%). Via Roma è quasi tutta tappezzata dalle promozioni: dal 20 al 50%. E il popolo dei saldi risponde, almeno a giudicare dal numero di persone a caccia del primo affare dell’anno nuovo. Infine le grandi distribuzioni di vendita: da Coin all’Ikea, che registra la coda al pomeriggio e la capienza massima del negozio raggiunta già all’orario di apertura.

Tuttavia non è tutto oro quello che luccica: «I primi dati del settore moda», rivela Maurizio Francescon, direttore Confesercenti, «parlano di una perdita media del 45% di fatturato rispetto al 2019, con punte che arrivano a 60% in meno. In queste condizioni ci troviamo con negozi (moda, ma anche tutti quelli che non hanno un prodotto di prima necessità) che registrano perdite elevatissime. Dunque l’apertura in massa di ieri dimostra la volontà di riaprire per recuperare qualcosa, tanto più perché i magazzini sono pieni. Gli ordini infatti erano stati fatti a fine estate, quando sembrava le cose andassero meglio e si sperava in un minimo di ripresa».

Mentre i numeri dicono un’altra cosa: dicono che non è andata male (nel 2020 rispetto al 2019), ovvero i fatturati sono stabili, per il settore alimentare, per il settore igiene personale e pulizia della casa, per bici, motorini e monopattini, per ferramenta ed elettrodomestici, per i giocattoli (contro ogni aspettativa) e gli animali domestici. Tutt’altra musica per libri, moda e scarpe, biancheria personale e abiti per bambini, articoli da regalo e ristorazione che hanno perso dal 40 al 60% del fatturato. A questo dato nero se ne aggiunge un altro molto critico: le famiglie hanno meno disponibilità di spesa (-14%): «Sebbene la fiducia della clientela abbia complessivamente tenuto – riferisce il direttore di Confesercenti – c’è meno propensione alla spesa. E dunque le persone che sono in giro non escono per acquistare ma perché hanno passato le vacanze chiusi in casa».

Eppure da qui in avanti le opportunità (i veri e propri affaroni) saranno parecchie: magazzini fornitissimi e saldi in vista dopo una lunga crisi sono un’accoppiata fortunatissima.

«Sono saltati tutti i parametri delle regole dei saldi», aggiunge Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom, «C’è solo una verità: bisogna far cassa e le vendite promozionali, online e via social, anche in barba ai saldi, sono escamotage per vendere. Non mi sento di condannare nessuno: abbiamo magazzini strapieni, si avvicinano gli ordini per la stagione primaverile. Dunque il nostro appello alla clientela è costantemente quello di comprare nel negozio sotto casa perché salvare il nostro tessuto economico significa salvare famiglie». —



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