Richiamo ambientalista a don Luigi Ciotti «Non condividiamo l’entusiasmo per Sesa»

Il fondatore del Gruppo Abele e di Libera è testimonial della società che tratta i rifiuti e che è contestata a livello locale 

il caso



Il volto sorridente di don Luigi Ciotti e sullo sfondo un furgone a biometano utilizzato da Sesa per la raccolta differenziata. L’immagine è del 21 marzo – giornata dedicata alle vittime della mafia – ed è stata postata da Sesa spa, la società che si occupa di raccolta e gestione dei rifiuti nella Bassa padovana, nella pagina Facebook ufficiale dell’azienda atestina.

«A fianco di don Ciotti contro la mafia» si legge appena sopra le scritte «servizio di raccolta differenziata» e «io vado a biometano». È solo l’ultima delle numerose testimonianze di un forte legame tra don Ciotti, padre e ispiratore del Gruppo Abele (impegnato nella lotta alla tossicodipendenza) e di Libera (associazione contro le mafie), e la Sesa spa di via Comuna, realtà al 51% del Comune di Este e per il resto privata. Spesso il volto del sacerdote è comparso in pubblicità e inserti di Sesa, e lo stesso don Ciotti nel gennaio 2016 ha inaugurato il nuovo impianto di compostaggio di Este definendolo «una benedizione».

legame consolidato

Quattro anni prima aveva tenuto a battesimo le serre teleriscaldate di Sesa, gestite con Montericco, e da anni Sesa sostiene progetti solidali per l’Africa proprio in collaborazione con i gruppi legati al religioso. Lo scorso 20 marzo Sesa Tv ha pubblicato un video in cui don Ciotti spiega e loda il “modello Sesa”. Questo è tuttavia un legame di fronte al quale più di qualcuno storce il naso da tempo. I malumori sono stati concretizzati l’altro ieri da tre associazioni ambientaliste estensi – Lasciateci Respirare, Terre Nostre e L’altra Este – che hanno scritto una lettera aperta indirizzata a don Ciotti. Sotto “accusa” c’è proprio il plateale sostegno del presbitero a Sesa. «Seguiamo l’importante impegno di don Luigi Ciotti contro le mafie che inquinano il sistema economico e politico anche della nostra regione» scrivono «Siamo associazioni da sempre impegnate sul fronte della difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, pertanto con don Luigi Ciotti condividiamo anche il suo apprezzamento per il riciclo dei rifiuti che ad Este e in genere nella Bassa padovana ha raggiunto, col contributo di tutti i cittadini, percentuali importanti».

il distinguo

Arriva presto, però, la stoccata: «Non condividiamo tuttavia il suo entusiasmo per Sesa, la cui notevole espansione industriale ci preoccupa da anni». Le associazioni elencano una serie di aspetti «niente affatto trascurabili che a nostro avviso inficiano i risultati di cui si vanta l’azienda atestina: odori, mezzi di trasporto (traffico e inquinamento), rumori, emissioni in atmosfera, scarti e rifiuti (del biodigestore e dell’impianto di combustione del biogas), collegamento alla rete e campi elettromagnetici». Sul fronte odori, la lettera ricorda quelli che provengono dai terreni in cui «Sesa sversa il compost derivante dagli impianti di biogas funzionanti in via Comuna. Una quantità rilevante, non sostenibile per i miasmi che di frequente, soprattutto nel periodo estivo e autunnale, produce».

puzza e traffico

La lettera denuncia poi le centinaia di camion che arrivano a Este da Roma, Caserta e Napoli, per portare negli impianti Sesa l’umido necessario al funzionamento degli impianti di biogas. «Un traffico che produce anidride carbonica e che va a inficiare il risparmio prodotto dalla flotta Sesa». E ancora: «Nella produzione di biogas e biometano non tutto è oro quel che luccica. In Sesa (dati relativi al 2011) il 31 dicembre 2010 è entrata in funzione una linea di produzione di energia elettrica composta da quattro digestori anaerobici indipendenti, ciascuno dei quali va ad alimentare il proprio gruppo di cogenerazione di potenza 998 kw cadauno. Per fare un esempio basti sapere che per far funzionare un cogeneratore sotto 1 MW servono oltre 20 mila tonnellate di materiale ogni anno. Si può affermare con una certa approssimazione che un cogeneratore di meno di 1 MW, collegato al biodigestore, brucerà un quantitativo di metano equivalente a quello di circa 3. 500 case di oltre 100 metri quadrati di superficie. Ebbene moltiplichiamo questi numeri per quattro». Al termine della lettera, l’invito a don Ciotti: «Speriamo che questi aspetti possano indurla ad essere più prudente nel giudizio su Sesa. Siamo disponibili a un incontro per fornire ogni informazione». —

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