Rider morto, la salma bloccata in obitorio. Aperta l’inchiesta: automobilista indagata
L’indagine della Procura sull’incidente a Vigonza in cui è morto il trentacinquenne Shahzad Baluch mentre portava a termine l’ennesima consegna. La comunità pachistana chiede di poter celebrare il funerale secondo la tradizione islamica. Una 44enne di Noventa accusata di omicidio stradale

C’è un’indagata per la morte di Shahzad Baluch, il 35enne rider pachistano in servizio per Glovo, la multinazionale del delivery (consegna di cibo da asporto) morto quattro giorni più tardi a causa delle gravi ferite subite dopo essere stato vittima di un incidente stradale avvenuto a Perarolo di Vigonza.
L’inchiesta
Si tratta di una donna di origine romena, I. D. I., 44enne residente a Noventa Padovana, alla guida di una Fiat Lybra intestata al compagno: la pm padovana Maria D’Arpa le ha contestato il reato di omicidio stradale (a difenderla gli avvocati Filippo Rosaspina e Marco Vendramini) e ha disposto una consulenza tecnica per ricostruire la dinamica dell’accaduto affidata al perito Gianfranco Pellizzaro.
Il magistrato non ha firmato il nullaosta alla sepoltura, di fatto bloccando la consegna del corpo alla famiglia (di religione musulmana) finché non ci sarà un po’ di chiarezza da parte del tecnico che inizierà il suo lavoro il prossimo 25 agosto. E fino ad allora che ne sarà della salma di Shahzad Baluch? Al momento è in obitorio.
La religione musulmana prevede la sepoltura il giorno stesso del decesso o, almeno, nel più breve tempo possibile, facendo seguire al rito tre giorni di lutto.
Salma in obitorio
Una lunga attesa che addolora ancora di più la famiglia, in particolare la giovane moglie e la figlia: la loro abitazione nelle campagne di Gujranwala, città a nordest del Pakistan a oltre 14 ore di volo dall’Italia, è affollata di parenti che, come nella tradizione di quella comunità, si sono affrettati a portare sostegno e conforto ai familiari del defunto.
E lo faranno – è sempre il loro costume – finché la salma non avrà sepoltura. In più, per i parenti difficile elaborare un lutto finché non siano celebrate le esequie tanto più visto che il proprio caro è morto in circostanze tragiche e in una terra lontana.
«Per la famiglia del nostro connazionale l’attesa diventa molto, molto pesante perché il dolore può cominciare a passare soltanto quando la salma arriva “a destinazione” dopo la sepoltura e i tre giorni di lutto», spiega Raja Iftikhar Khan, rappresentante della comunità pachistana nella commissione stranieri del Comune di Padova, «Abbiamo saputo che il corpo di Shahzad è in obitorio, Al momento non abbiamo notizie sul nullaosta e il suo trasferimento in Pakistan. Non ci risulta sia mai successo che si blocchi una salma per giorni o settimane (questo è il rischio) solo per decidere se fare oppure no accertamenti medici. È una scelta che troviamo umiliante per la famiglia del nostro connazionale».
Una scelta che rischia di lasciare la famiglia nel dolore e nell’attesa per settimane. E che ha profondamente turbato tutta la comunità pachistana di Padova.
Al momento, infatti, non è stato disposta l’autopsia o qualche altro accertamento medico legale. Solo la consulenza per la ricostruzione dell’incidente: tempo a disposizione del tecnico 60 giorni a partire, appunto, dal 25 agosto prossimo quando inizierà l’esame dei mezzi entrambi sotto sequestro, la Fiat Lybra e il motociclo Kymco 125 New People attualmente in un’autofficina.
Shahzad, 35 anni compiuti lo scorso 4 aprile, era sposato da tempo e la coppia solo a sette anni dalle nozze aveva avuto una figlia, molto attesa e desiderata. Ogni anno l’uomo tornava per due o tre mesi nel villaggio d’origine durante l’estate. Quest’anno, dopo un mese e mezzo a casa, aveva deciso di rientrare a Padova per poter guadagnare di più e mandare alla famiglia più soldi. Forse aveva qualche progetto in mente Shahzad, descritto da tutti come un gran lavoratore che non si risparmiava: il destino, purtroppo, ci si è messo di mezzo, lasciando nella disperazione moglie e figlia anche per quanto riguarda il loro futuro.
L’incidente
Ancora incerta la dinamica dell’incidente che si è verificato nel pomeriggio del 25 luglio nella frazione di Perarolo in via Venezia vicino al civico 3. La signora al volante della Fiat si sarebbe fermata per svoltare a sinistra dovendo andare a riprendere la figlia al lavoro.
D’improvviso sarebbe sopraggiunta la motocicletta che, forse, procedeva nella stessa direzione di marcia: si sarebbe trattato di un tamponamento in base a una prima e sommaria ricostruzione. Ma certezze, per ora, non ce ne sono. Da qui la necessità di una consulenza tecnica che potrà essere utile anche sul piano civile per gli eventuali risarcimenti assicurativi oltreché per individuare le responsabilità sul piano penale.
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