Rigettati altri due ricorsi contro lo Scout Speed

Il Giudice di pace di Rovigo respinge tutte le motivazioni per annullare le multe Il caso ora è davanti al Tar del Lazio per verificare la regolarità dello strumento
GRANZE. Il Giudice di pace di Rovigo, Marco Suttini, ha rigettato due ricorsi mossi contro il Comune di Granze e la polizia intercomunale di Solesino per altrettante multe elevate grazie allo Scout Speed, il contestato velox mobile in uso alla polizia locale solesinese. E.N. il 21 dicembre 2015 al volante di una Fiat Doblò aveva superato il limite di 50 chilometri orari attivo in centro abitato a Granze (non oltre i 40 km/h oltre il limite), e D.C. il 16 novembre dello stesso anno, alle 22.09, aveva superato di oltre 40 km/h il limite dei 60 in una strada del territorio comunale di Granze.


In due ricorsi distinti, gli automobilisti assistiti dal legale Manuela Spada di Padova, hanno evidenziato nove motivi per annullare il verbale dei vigili: documentazione fotografica della violazione irregolare, principio di parità ed eguaglianza violato nell’accertamento, mancanza di contestazione immediata, violazione della privacy, mancata segnalazione della postazione, una deroga al presegnalamento utilizzata in modo improprio, la mancata consegna dell’informativa sulla videosorveglianza, l’utilizzo illegittimo dello Scout Speed in quanto ritenuto approvato ma non omologato dal Ministero e una curiosa indicazione circa temperatura e umidità con cui l’apparecchio è stato utilizzato. I due ricorrenti hanno infatti segnalato che i due valori erano diversi da quelli indicati nel certificato di taratura dello Scout Speed: circostanza, questa, che potrebbe far avanzare dubbi sulla funzionalità dello stesso. Il Giudice di pace ha smontato ogni motivo di doglianza e in particolare per l’ultimo punto ha accolto le indicazioni di Comune e vigili: nel caso della multa di Granze sono stati presentati i dati delle rilevazioni Arpav di quel giorno, dimostrando che alle 22.09 non si era raggiunto alcun picco termico positivo o negativo tale da compromettere l’affidabilità dell’apparecchio, che comunque in quell’occasione era utilizzato all’interno di un veicolo opportunamente riscaldato e condizionato. Respinti i ricorsi (la sentenza è del 25 ottobre e pubblicata recentemente), Suttini ha confermato il verbale di contestazione e condannato i ricorrenti alla refusione delle spese di lite. Il risultato? La sanzione è stata raddoppiata e, con l’aggiunta delle spese legali, i 134,30 euro iniziali sono diventati 733,50, mentre i 724 del secondo automobilista sono lievitati a 1.811,50. I continui colpi legali a favore o contro l’utilizzo dello Scout Speed segnano dunque un nuovo capitolo, che arriva a poche settimane dal ricorso presentato da alcuni cittadini padovani al Tar del Lazio. Visti i ricorsi annullati dal Tribunale di Rovigo, vari residenti della Bassa padovana si sono affidati al Tar laziale affinché si pronunci sulla validità del decreto ministeriale che suggella, in deroga alla normativa, la possibilità di emettere multe per eccesso di velocità con lo strumento mobile, senza segnalarlo prima. Promosso anche da Adusbef attraverso l’avvocato Spada e il collega Giovanni Attilio De Martin, il ricorso punta a far sì che il Tar chiarisca se anche i velox dinamici devono rispettare l'obbligo della visibilità ed essere preavvisati da cartelli che indichino la postazione mobile di controllo velocità.


Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova