Rinasce l’ex ospedale Maxi-raccolta fondi

Sognato, detto e (quasi) fatto. Trasformare quel meraviglioso complesso dell’ospedale dei Colli nato nel 1907 come manicomio, in “Casa della salute”, recuperando sette dei 16 padiglioni e destinandoli a polo dei servizi sanitari sul territorio. Diagnostica, screening, riabilitazione, radiologie, prelievi, medicina di base, pediatria, psichiatria, diagnostica prenatale e tanto d’altro. Almeno a parole. E senza sguarnire i Distretti, sempre a parole, per ora. Il nuovo ospedale sarà in zona, se e quando sorgerà, mentre la “Casa ai Colli” corre veloce sul binario del “fundraising”, una parola che ci si dovrà abituare a pronunciare (ognuno a proprio modo, come sempre) perché diventerà tormentone. Significa sì rastrellare fondi ma coinvolgendo prima il cuore delle persone, invitandole a tessere reti di raccolta, a farsi promotori di iniziative per reperire denaro. In questo caso da destinare al recupero dell’ex psichiatrico. Con tanto di “tesserino” di ambasciatori della “Casa ai Colli”, un braccialetto simbolo di appartenenza. Insomma, in tempi di crisi, ognuno si dia da fare per finanziarsi il suo pezzetto di sanità. Di solito il fundraising è modalità da no profit: si dà, e il ritorno è nella motivazione, non economico. A Padova, la Città della Speranza è esempio delle gigantesche somme che una ben organizzata e capillare raccolta possa accumulare. E’ un terreno fertile: le associazioni in campo sanitario e assistenziale raggruppano la metà dei volontari e la ricerca scientifica calamita il 30 per cento delle donazioni di privati.
Ha spiegato ieri Luca Zaia, presidente della Regione, alla conferenza stampa di presentazione all’interno dell’ospedale ai Colli: «È una grande soluzione per chi ha soldi in tasca, per quegli imprenditori che non sanno più dove mettere i soldi. È un progetto entusiasmante perché non ci sono solo i monumenti da restaurare, c’è anche la salute. E il monumento più importante che c’è in Veneto è la salute dei veneti. Il fundraising diventerà un modello replicabile». L’operazione “caccia i schèi”, a dirla con veneta schiettezza, è già partita. Grazie ad Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo, che ha raccolto l’appassionato «sogno» con cui Urbano Brazzale, direttore generale dell’Azienda Usl 16 gli deve aver tolto il sonno, e ha detto sì. Mettendo sul tavolo 1 milione e 700 mila euro. Il progetto complessivo prevede il recupero di sette padiglioni (costo totale 18 milioni e mezzo, la proprietà è dell’Usl). Cominciando dal padiglione tre che ora per metà ospita fisioterapia e per metà è vuoto. L’adattamento di tale edificio di 3500 metri quadrati su un unico piano costerà 4 milioni e 300 mila euro, dei quali appunto 1 milione e 700 mila messi dalla Fondazione e gli altri da reperire. Comunque la copertura, nel caso i fondi non saltassero fuori, è garantita - ultima ratio - dalla Regione (il bilancio della Sanità in Veneto è di 8 milioni e 640 mila euro), ché Finotti mica cammina al buio. E intanto l’Usl 21 ha messo in vendita per due milioni e passa la Casa Rossa dell’Arcella dove ora è rimasto solo in servizio di Psichiatria che verrà trasferito ai Colli.
Insomma, via con il fundraising, con tanto di mega convegno in febbraio a Padova su come intercettare i finanziamenti dei privati. «Vogliamo creare una coscienza nelle persone a partecipare alla sanità pubblica. Andrò in tutti i Comuni a lanciare il progetto», spiega Brazzale “il sognatore” e intanto a 300 mila padovani arriverà a domicilio una prima pubblicazione dell’Usl di 47 pagine sulla “Casa della salute dei Colli” e sul fundraising. Ne seguiranno altre, una ogni quattro mesi per dar conto dei soldi raccolti e spesi. Comunque il progetto è già affidato, ora manca la gara, e a giugno Zaia è stato ufficialmente invitato all’apertura del cantiere. Nel padiglione tre trasformato, primo step del progettone, troveranno posto il Servizio farmaceutico territoriale, la Pediatria di comunità, il dipartimento di Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza e il dipartimento di Psichiatria ma, annunciano, anche diagnostica, screening e via. Insomma, si vedrà.
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