«Rione morto, serve vita»

La protesta: i bar chiudono alle 16 e favoriscono il degrado
RIONE BLINDATO. Soldati dell’esercito e polizia in servizio ieri al Portello
RIONE BLINDATO. Soldati dell’esercito e polizia in servizio ieri al Portello
 Prima il medico picchiato in via Belzoni, poi il somalo pestato in via Portello. Così, in due mosse, il quartiere del downgrading immobiliare ha scavalcato la stazione nella lista dei Bronx cittadini. Ieri, per gran parte della giornata, sembrava di essere ad una manifestazione nazionale delle forze armate: polizia, militari dell'esercito in presidio costante, carabinieri in borghese e persino la squadra motociclisti dei vigili urbani. Degli spacciatori nemmeno l'ombra. Chi ci abita o chi ci lavora però, sa che la medicina dei controlli può far guarire a malapena un "raffreddore". Per debellare l'"influenza" del degrado che ormai da tempo colpisce questo rione storico serve ben altro.  «Il problema è che qui la maggior parte dei bar chiude alle 16 e da quell'ora in poi il quartiere diventa terra di conquista per spacciatori e immigrati. Spesso si chiedono risposte all'amministrazione comunale e alle istituzioni, ma a volte la soluzione dei problemi è nelle mani di chi si lamenta». Claudio Gallinaro da quattro mesi è subentrato nella gestione del negozio «Pane da Alberto», da cui l'ex proprietario Alberto Pedron è scappato dopo essere stato aggredito da due spacciatori che gli hanno rotto i denti a pugni. «Questo non me l'aveva detto - ammette stupito Gallinaro - comunque ormai sono qua e in qualche modo devo fare funzionare l'attività che ho preso in gestione. Credo che se i bar di via Portello si organizzassero per tenere aperto anche il pomeriggio e la sera, qui la situazione potrebbe migliorare».  In via Portello molte attività hanno cambiato gestione negli ultimi mesi. Al posto della sala scommesse c'è il bazar «Euroshop», con tutti i prodotti in vendita a un euro e anche dietro il bancone del «Didi's Cafè» i volti sono cambiati. Poi c'è la pizzeria al taglio «Boutique del trancetto», avviata dai nuovi gestori a marzo scorso. «Altro che rating immobiliare declassato - evidenziano Massimiliano e Gregory - noi paghiamo 750 euro al mese di affitto per 30 metri quadrati e nel contratto che abbiamo firmato è stato inserito il divieto a somministrare kebab mentre la pizzeria all'angolo con via Ognissanti, gestita da stranieri, serve sia la pizza che il kebab. Risultato: il loro locale è sempre pieno, mentre noi lavoriamo solo di mattina». Anche Massimiliano e Gregory si lamentano del fatto che da metà pomeriggio in poi via Portello si spegne. «Non c'è più nessun motivo per venire qui a quell'ora, perché è tutto chiuso. I commercianti sfruttano soltanto il flusso mattutino di studenti, senza pensare alla situazione generale. Per battere il degrado servono luce, vita, iniziative». Come dargli torto? Del resto da anni Gioacchino Bragato, residente del rione, sostiene la necessità di istituire un mercatino del Portello.  Ma su quest'area c'è anche chi è pronto a scommettere. Roberto Zoccarato, storico gestore della pizzeria Stanga e di altri locali in città, entro fine anno farà risorgere il «Ristorante al Porteo», locale andato a fuoco nel 2008 e poi abbandonato. «Terremo aperto dalle 11.30 alle 15 e dalle 18 all'una di notte - annuncia Zoccarato - Quando c'è il coprifuoco il degrado avanza. Noi porteremo vita».  

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