Risplende la tomba di Antenore dopo il restauro da 50 mila euro
Leggenda vuole che alla fine del ’200 una scrofa, che grufolava vicino al ponte di Santo Stefano, riportò alla luce una gamba umana, coperta di peli, che usciva da un sarcofago, all’interno del quale,...

MALFITANO-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-TOMBA DI ANTENORE DOPO LA RISTRUTTURAZIONE
Leggenda vuole che alla fine del ’200 una scrofa, che grufolava vicino al ponte di Santo Stefano, riportò alla luce una gamba umana, coperta di peli, che usciva da un sarcofago, all’interno del quale, assieme ad altre parti del corpo, fu trovata una spada con la scritta «
Hic iacet Antenor Patavine conditor urbis
». È la città medievale che si inventa un mito fondativo, riprendendo l’intuizione di Tito Livio che vuole Patavium, «città sorella» di Roma accomunata dalla stessa origine troiana. Alla fine del ’200 dunque fu creata la tomba di Antenore, che oggi fa bella mostra di sé nell’omonima piazza di fronte alla Prefettura. È nel segno di una rinascita della città (quasi una «rifondazione») che in questi giorni è stato completato il restauro del monumento, realizzato non a caso nell’anno del bimillenario della morte di Tito Livio. «È un intervento che si inserisce nel percorso di riscoperta e valorizzazione della Padova Romana, raccontata in un libro da Lorenzo Braccesi e Francesca Veronese – racconta l’assessore alla cultura Andrea Colasio – È stata ripulita e valorizzata sia l’edicola a baldacchino con la curiosa copertura a trullo che il sarcofago del mitico fondatore della città, così come l’altro sarcofago dedicato al poeta Lovato Lovati, a cui si attribuisce l’
inventio
duecentesca del corpo di Antenore».
Il restauro è costato 50 mila euro, di cui 30.500 versate dalla Canossa Events srl di Reggio Emilia, che ha organizzato nel 2016 la “Ferrari Cavalcade” ed ha approfittato della defiscalizzazione prevista dall’Art Bonus. A realizzare il restauro è stata la ditta Lares di Venezia sotto la direzione degli architetti del Comune Domenico Lo Bosco e Fabio Fiocco.
La tomba del mitico fondatore di Padova era in pessime condizioni, ammalorata in particolare dalle infiltrazioni di acqua piovana che danneggiavano in particolare la cupola. Mentre il sarcofago di Antenore, in calcare autoctono, è stato ripulito dalla polvere e dalla sporcizia così da far risaltare l’iscrizione duecentesca. «Nei prossimi mesi ci occuperemo anche del ponte romano di San Lorenzo», promette Colasio.
(c.mal.)
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