Ritrova la sua Mercedes rubata Era in vendita all'asta in Fiera

PAGODA A sinistra, un modello del 1966 In alto, alcune auto esposte in Fiera
Proprio vero che il primo amore non si scorda mai. Un uomo di Torino, ha riconosciuto il suo a distanza di anni e nonostante avesse un colore differente. Già, perché il cinquantanovenne appena ha notato quella Mercedes Benz Sl 320 classe 1966 esposta in uno stand in Fiera a Padova e messa all'asta, ha capito che non poteva essere che la sua, che qualcuno gli aveva rubato sei anni prima da un magazzino di Torino dove era custodita. L'auto era in vendita a partire da 59 mila euro: l'auto è stata posta sotto sequestro da parte della polizia.
Gli agenti delle Volanti sono intervenuti dopo la segnalazione da parte dei colleghi della Polstrada di Firenze dai quali il professionista piemontese si era recato nei giorni scorsi (era in Toscana per motivi di lavoro). Arrivati nello stand (gestito da un tedesco che conservava la Mercedes in conto vendita per un cliente austriaco) gli agenti hanno verificato quanto esposto in denuncia e se combaciassero gli elementi forniti dal proprietario originale in denuncia. E cioè che i fili dello spinterogeno fossero rosso (gli originali sono neri), che i fari anteriori fendinebbia fossero rotti e incollati, e che nei parafanghi posteriori non ci fossero i fregi della Mercedes. Tutte modifiche che lui aveva fatto alla sua auto e che aveva ritrovato nel modello all'asta. L'unico particolare che non combacia è il colore: l'uomo ha raccontato alla polizia che la sua Mercedes era colo carta da zucchero, mentre quella esposta in fiera è grigia metallizzata. Nonostante ciò, gli investigatori hanno ritenuto che gli elementi di prova fossero tali da consentire il sequestro. Cosa che è stata fatta. Ora l'uomo residente nel capoluogo torinese dovrà dimostrare - attraverso la documentazione e l'eventuale libretto di immatricolazione originale che il veicolo in questione è proprio quello che gli è stato rubato nel 2004. Nel frattempo il commerciante tedesco dovrà fare a meno del «pagodino» in attesa che venga chiarita la faccenda. Anche perché lui dovrà spiegare come è venuto in possesso dell'auto.
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