Riviere come fogne a cielo aperto, multe per gli scarichi illegali
Accertamenti della Forestale in centro a Padova su chi scarica nel Piovego, scattano le sanzioni da 6 a 60 mila euro. Situazione critica anche in via Savonarola. Dovranno allacciarsi alla rete fognaria di Aps

RIVIERA SAN BENEDETTO. L’istituto Maria Ausiliatrice e lo scarico sospetto cerchiato in rosso
PADOVA. Abbiamo toccato il fondo, l'«intestino» della città, scoprendo che uno degli scorci più pittoreschi di Padova viene usato da molti residenti come una fogna a cielo aperto. Dai wc delle abitazioni, al Piovego, passando attraverso le riviere. Basta una passeggiata lungo riviera Mussato, riviera San Benedetto e via Savonarola per capire che, forse, c'è qualcosa che non va. Se ne sono resi conto anche gli uomini del Corpo forestale dello Stato, che hanno dato il via ad una serie di accertamenti mirati: le multe vanno da un minimo di 6 mila ad un massimo di 60 mila euro. In via Savonarola una sanzione è già stata fatta. E non sarà l'unica. Altre potrebbero arrivare nei prossimi mesi. Ora che il livello del Piovego si è abbassato, i tubi «sospetti» sono tutti lì, alla luce del sole.
IL PERCORSO.
Basta passeggiare lungo riviera Mussato costeggiando il corso d'acqua in direzione del centro: è un susseguirsi di tubi, più o meno grandi, più o meno nascosti. La concentrazione maggiore c'è subito dopo l'incrocio con corso Milano, sul retro delle case che si affacciano in via Savonarola. C'è chi ha posizionato lo scarico sotto il vecchio salice, chi tra i cespugli, chi ha scavato nel terreno facendo poi riemergere la conduttura solo nell'ultimo tratto.
DUBBI SULL'ISTITUTO.
Nella lista degli scarichi «sospetti» c'è anche quello dell'istituto Maria Ausiliatrice di riviera San Benedetto 88. Sembra che da anni la scuola ospitata nello splendido palazzo storico che si affaccia sul Ponte dei Tadi, riversi acque bianche e nere nel Piovego. Anche questo potrebbe diventare oggetto dei successivi accertamenti.
IGIENE.
Padova sembra quindi aver dimenticato le sue origini di città d'acque, prima ricoprendo i suoi rii, ora riversando gli scarichi fognari nei suoi fiumi. Con una situazione di questo genere non si può fare a meno di evidenziare il pericolo per l'igiene pubblica, visto che poi l'acqua attraversa tutto il centro cittadino e «sfiora» numerose abitazioni. Inutile sottolineare poi come nei mesi estivi la situazione peggiori sensibilmente, anche con gli odori sgradevoli.
AMISSI DEL PIOVEGO.
Elio Franzin, presidente degli Amissi del Piovego conosce da tempo il problema. «Noi abbiamo tentato di imporre l'allacciamento a tutte le abitazioni di via Savonarola ma nessuno lo fa - dice - Il problema è che la rete fognaria è competenza di Aps, ma evidentemente l'attività di verifica sul territorio non è così capillare. I residenti a cui è stato fatto notare il problema sostengono che i lavori di adeguamento sono troppo dispendiosi. Ma credo che quella che si è venuta a creare sia una situazione al limite della civiltà».
APS.
«Sono scarichi che risalgono a qualche secolo fa - evidenzia Franco Berti, dirigente della Divisione Acqua-Gas di Aps - quasi tutti sono legati a fabbricati storici. Per esempio ci sono edifici protetti dalle Belle Arti e modificare gli impianti esistenti è molto difficile. Ci sono addirittura realtà ecclesiastiche che hanno questo problema. Noi abbiamo richiesto soluzioni alternative ai cittadini ma non è semplice risolvere la situazione. Le abitazioni potrebbero scaricare solo le acque piovane, purtroppo però non è sempre così. Sarebbe necessaria una verifica "caso per caso", pensando poi anche ad alcune deroghe o a soluzioni alternative». Secondo la legge, la verifica in senso stretto spessa alle forze dell'ordine, che poi devono inoltrare il verbale all'amministrazione comunale, che deve decidere l'importo della sanzione in base alla gravità dell'abuso.
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