Rivoluzione in ospedale, dimezzati i reparti di Chirurgia

In calendario una nuova riorganizzazione: i pensionamenti eccellenti hanno convinto il dg Cestrone a portare da 8 a 4 le strutture

PADOVA. Una cura dimagrante senza precedenti: il manager dell’azienda ospedaliera di Padova punta a riorganizzare i reparti di Chirurgia generale mettendo in atto una serie di accorpamenti che comporteranno un taglio netto al numero delle strutture, che entro la fine di settembre passeranno da otto a quattro.

Al grido di «razionalizzare e risparmiare» il manager di via Giustiniani ha intenzione di ridisegnare le chirurgie come sta facendo con le attuali sette Medicine, dimezzate e riorganizzate per intensità di cura. Due eventi concomitanti permetteranno le grandi manovre: da una parte una serie di pensionamenti eccellenti, da Ermanno Ancona ad Oreste Terranova solo per citare alcuni big, dall’altra l’istituzione dei nuovi dipartimenti ad attività integrata sperimentale (Dais) che permetteranno di far ingranare al meglio la compagine universitaria ed ospedaliera della sanità padovana.

La prima Chirurgia ad essere finita su di un binario morto è stata quella di Gennaro Favia, il cui posto non è stato più rimpiazzato.

Stessa musica per Oreste Terranova: pare che la Regione Veneto non abbi a alcuna intenzione di dare il nulla osta alla copertura del posto. Conti alla mano, tra pensionamenti e dipartimenti, resteranno in vita solo quattro chirurgie: quella generale del professor Romeo Bardini, la Chirurgia generale patologia speciale di Maria Rosa Pelizzo, poi l’attuale Clinica generaleII di Donato Nitti ed un’altra maxi struttura che potrebbe essere affidata a Stefano Merigliano, neodirettore della Chirurgia dell’ospedale Sant’Antonio. Una voce che, se confermata, comporterà una piccola rivoluzione anche al presidio ospedaliero dell’Usl 16, che resterebbe orfano di un primario appena nominato.

Una situazione destinata a creare problemi dopo il diktat di Luca Zaia, che ha imposto il divieto di nominare primari fino al 31 dicembre 2012, data di scadenza naturale del mandato di tutti i direttori generali del Veneto.

A fare le spese di questa decisione potrebbero essere tantissimi reparti padovani che attendono la designazione della loro guida gestionale ed assistenziale.

A soffrire di più della decisione sarà l’ospedale di Piove di Sacco, dove erano in corso di definizione un gran numero di posizioni apicali. A subire un contraccolpo anche quello che è già stato definito il concorso dell’anno: il testa a testa tra Fabio Verlato (assessore comunale in quota Pd) e Giampiero Avruscio (vicepresidente del consiglio comunale ed alfiere del Pdl) per il posto da primario di Angiologia dell’azienda ospedaliera. Il blocco delle nomine potrebbe far slittare di mesi una decisione attesa da anni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova