Rogo doloso alla Fattoria Monte Fasolo Distrutta la legnaia, è caccia ai piromani

L’allarme lanciato ieri all’alba In fumo 200 quintali di ceppi Passate al setaccio le riprese della videosorveglianza  Indagano i carabinieri di Lozzo

CINTO EUGANEO. Incendio quasi sicuramente di matrice dolosa quello che ieri notte ha distrutto oltre 200 quintali di legna accatastata all’interno di un box, ad una cinquantina di metri dalla cantina della Fattoria Monte Fasolo, in comune di Cinto Euganeo.

Intorno alle 7 del mattino ad accorgersi delle fiamme e a dare l’allarme è stato un dipendente dell’azienda agricola che abita nella vicina frazione di Faedo.

Sul posto, quando ormai le fiamme avevano divorato gran parte della cumulo, sono intervenuti i vigili del fuoco di Este e i carabinieri della stazione di Lozzo Atestino.

La Fattoria Monte Fasolo, settanta ettari di vigneto in posizione panoramica mozzafiato, attraversati da uno storico viale di mandorli e peschi, dal 2017 è di proprietà della Immobiliare Calle Renier 1260 dell’imprenditore estense Fausto Petagna.

«Molto probabilmente si è trattato di una ragazzata», afferma il titolare. «La catasta per fortuna era lontana dagli immobili e non si può parlare di cortocircuito visto che il box, che era coperto con del telo di gomma che è stato completamente divorato dalle fiamme, non era allacciato alla corrente elettrica».

Vigili del fuoco e carabinieri ieri mattina hanno raccolto le testimonianze del titolare e degli operai che lavorano in azienda. Lo definiscono un fatto strano avvenuto in una zona del tutto tranquilla e di notte protetta da un impianto di videosorveglianza.

«In questi giorni stiamo facendo degli importanti lavori di sistemazione del fondo», commenta Petagna. «Da quando siamo arrivati quassù abbiamo assunto una decina di operai che stanno lavorando per migliorare la proprietà. Abbiamo messo a dimora più di trecento piante di mandorlo per ripristinare la parte del viale dove le piante erano morte. Abbiamo rimesso in funzione alcuni sentieri e tolto tutte le sbarre che erano state messe dalla vecchia proprietà perché vogliamo che di questo bene ne possa godere anche chi ama passeggiare tra il verde sui colli. Non crediamo, insomma di avere fatto torti a nessuno. Per questo propendiamo per una ragazzata, per un atto vandalico fine a se stesso». —

G.B.

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