Rovinato a 15 anni in campo Abodi (Lega B) ne fa un caso

Il presidente della serie cadetta contatta il legale che segue la causa contro la Figc La madre: «Mio figlio ammonito per simulazione. Ha rischiato di restare invalido»
Di Giusy Andreoli
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.20-01-2014 Roma.Sport.Lega Serie B e Anci presentano piattaforma per la valorizzazione territoriale.Nella foto Andrea Abodi (Lega B)...
Foto Roberto Monaldo / LaPresse.20-01-2014 Roma.Sport.Lega Serie B e Anci presentano piattaforma per la valorizzazione territoriale.Nella foto Andrea Abodi (Lega B)...

SAN MARTINO DI LUPARI. Il presidente della Lega Calcio di serie B Andrea Abodi ha richiesto tutta la documentazione del mancato risarcimento al calciatore dei Giovanissimi della Asd Luparense per le gravi e permanenti lesioni provocategli da un avversario in campo. Abodi ha contattato ieri mattina il legale della famiglia, l’avvocato Stefano Squarise, assicurando il suo interessamento per valutare con gli organi della Figc come intervenire per rendere giustizia al calciatore, originario di Santa Giustina in Colle.

«“Una cosa del genere non si è mai vista”, mi ha detto Abodi. E mi ha chiesto di inviargli anche le cartelle cliniche», dichiara Squarise. La società assicurativa ha negato al ragazzo il risarcimento, appena 15.500 euro: per ottenerlo l’organo perforato per effetto di una ginocchiata avrebbe dovuto essere asportato. Una beffa, dopo il grave danno fisico riportato e le conseguenze che segneranno il ragazzo a vita. Oltretutto precludendo per sempre all’ex promessa una carriera nel calcio. Il 22 settembre 2013 l’atleta della Luparense era stato colpito violentemente all’addome da una ginocchiata del portiere mentre s’involava verso la porta avversaria del San Donà di Piave. Il ragazzo è caduto a terra e ha dovuto uscire dal campo. Si giocava il campionato Giovanissimi regionale. In seguito al violento colpo, il calciatore ha riportato gravissime lesioni interne e ha dovuto sottoporsi a un intervento salva-vita. La madre ha dovuto firmare l’autorizzazione a intervenire, perché l’operazione comportava un rischio mortale del 75%: è rimasto 5 ore e mezzo sotto i ferri, ma alla fine l’equipe del professor Morpurgo gli ha salvato la vita. Ancora oggi, all’ospedale di Camposampiero, l’ex calciatore viene chiamato “Il bambino del miracolo”. «La botta è stata talmente forte da spostare gli organi interni contro la colonna vertebrale. Uno si è perforato e lacerato», racconta la madre dell’ex calciatore. «È stato letteralmente aperto: i chirurghi hanno dovuto scollare gli altri organi, attaccati alla colonna. Il professor Morpurgo e i suoi collaboratori sono stati eccezionali. E dire che mio figlio era stato ammonito per simulazione». Le conseguenze di quella ginocchiata sono comunque state drammatiche. «Per mesi ho alimentato mio figlio con omogeneizzati», continua la donna. «La prima pizza l’ha potuta mangiare nel luglio 2014, il suo primo the l’ha bevuto un anno dopo. Lui ha perso un anno di scuola, io uno di lavoro. Oggi ha 15 anni, ha ripreso a studiare e va in palestra con un personal trainer per recuperare. Ma lo choc l’ha segnato per sempre. Eppure nessuno ci ha fatto delle scuse. Neanche una telefonata. L’hanno fatta alla fine quando, arrabbiata, ho lasciato io il mio numero. Nessuno, nemmeno il sito internet del campionato regionale ha menzionato quel 22 settembre. Con tutti i bambini nei campi, spero non succeda ad altri. Ma invito tutti i genitori a informarsi bene su quello che prevede l’assicurazione anti-infortuni prima di pagare la quota associativa, solitamente elevata».

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