Safilo riorganizza contratti e produzione

PADOVA. Una nuova linea produttiva, che sarà inaugurata oggi dall’a.d. Luisa Delgado, ma allo stesso tempo – a fronte di una diminuzione della produzione – Safilo non rinnova i contratti interinali a 67 dipendenti dello stabilimento di Longarone. Un numero che potrebbe anche crescere nei prossimi mesi.
I sindacati di categoria, ieri, hanno spiegato la situazione nel corso delle assemblee con gli oltre 1.100 lavoratori dello stabilimento longaronese. E nei prossimi giorni avranno un incontro con i vertici aziendali per valutare le azioni da mettere in campo per evitare questa emorragia.
Tutto nasce nel 2016 quando l’aumento di commesse spinge Safilo ad assumere 250 persone, in parte con contratti interinali, in parte con contratti a termine. Nel corso dell’anno, quindi, a mano a mano che gli ordini vengono evasi, a molti degli operai interinali non viene più rinnovato il contratto. Alla fine del marzo scorso, sono ben 118 i dipendenti “somministrati” a cui scade il contratto, ma alla fine l’azienda decide di mandarne a casa 67 e di tenere i rimanenti 51 fino al 25 agosto. «Ma la speranza è di riuscire a mantenerli anche dopo questa data», precisano i segretari rispettivamente di Uiltec, Filctem Cgil e Femca Cisl, Rosario Martines, Denise Casanova e Nicola Brancher. Resta, infine, da risolvere la questione degli 81 contratti a termine che «dovremo riuscire a tenere all’interno dello stabilimento per tutto il 2017», auspicano i sindacati. Se a Longarone le cose vanno così, negli altri stabilimenti Safilo tra Veneto e Friuli la produzione è in netta ripresa (si parla addirittura di turni notturni) perché lì si lavora l’acetato.
Da ieri e per quattro mesi, infatti, nello stabilimento veneziano di Tabina, a Santa Maria di Sala, operano quattro linee di finissaggio: si lavora anche di notte per far fronte alle nuove commesse. A garantire la continuità produttiva sono soprattutto gli interinali, circa duecento, che hanno portato a quasi 800 i dipendenti in forze allo stabilimento. Un record, che ora i sindacati chiedono di capitalizzare in ottica di garanzie per il futuro. Perché se da un lato il presente sembra tutto rose e fiori, dall’altro il futuro chiede decisioni coraggiose ora. A pesare, oggi, è soprattutto l'incognita Marcolin, l'azienda di Longarone acquistata di recente da Louis Vuitton per farne un polo di lusso dell’occhialeria del gruppo. Un colosso che, secondo i sindacati, nei prossimi anni attirerà i marchi del gruppo Safilo, come Céline, Fendi, Dior e altre griffe, pronte a prendere la strada bellunese da qui al 2024. «I marchi Vuitton pesano sul gruppo Safilo per il 30% circa», spiegano le maestranze, «sarebbe senz’altro una perdita grave, ma Safilo ha di fronte anche la possibilità di investire nell’innovazione, importando lavoro oggi effettuato all’estero». (r.e.)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova