Salboro al sindaco «Dare nuova vita ai luoghi simbolo»
SALBORO. «Viabilità, sicurezza, tutela del territorio, Salboro condivide con gli altri quartieri le medesime criticità». Il sindaco ha introdotto così l’incontro di ieri con la cittadinanza di Salboro e Pozzoveggiani. In sala i cittadini: chi spera nell’alloggio comunale, chi non ha un lavoro. Crescono le lamentele verso gli assistenti sociali. In parte risultato inevitabile della crisi e dell’aumento delle difficoltà. Dall’altra parte – riferiscono in molti - «per l’inadempienza e la superficialità di alcuni assistenti sociali del Comune che sembrano fregarsene che viviamo disagi gravissimi». Come K. B., 38 anni: «Io e mio marito siamo disabili, rispettivamente, all’80 e al 70%, i nostri due figli al 100% eppure continuano a chiuderci le porte in faccia». Ma c’è anche chi ama il territorio, come l’associazione culturale Salboro Incontra, composta da cittadini e dal parroco, don Alessio Severino che chiedono un maggiore impegno all’amministrazione per ridare nuova vita a luoghi simbolo del loro quartiere. Sperano «nel recupero dell’antica chiesa parrocchiale», spiegano, «affinché sia aperta anche per funzioni pubbliche; nel convenzionamento con la proprietà della villa Dolfin, ora villa Vanna; nella valorizzazione della chiesetta longobarda di Pozzoveggiani e, infine, nel patrocinio della scoperta delle fattorie didattiche». Non da ultimo Luigi Marchioro. «Come ha potuto l’amministrazione dimenticare una delle pagine tra le più dolorose e significative della Seconda guerra: non un fiore, non una cerimonia per dei ragazzi di 22 e 24 anni».
Elvira Scigliano
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