Salme buttate in un container Per il pm nessuno controllava l'azienda finita sotto inchiesta

Il magistrato vuole appurare eventuali responsabilità dei Comuni e ipotizza l'omissione d'atti d'ufficio in caso di mancate verifiche
LO SCEMPIO. Bare e resti umani coperti da teli nel deposito sotto sequestro della Nicolini a Verona
LO SCEMPIO. Bare e resti umani coperti da teli nel deposito sotto sequestro della Nicolini a Verona
 
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE.
Non finisce di riservare sorprese la macabra vicenda delle salme di sei defunti esumate ad Arsego che, invece di essere trasferite al cimitero maggiore di Verona per la cremazione come prevedeva il protocollo del servizio, sono state dirottate dalla Nicolini nel proprio deposito di via Gioia, sempre a Verona, e infilate in un container non refrigerato.
 A una specifica domanda formulata da una giornalista veronese, il procuratore scaligero Mario Giulio Schinaia ha risposto che potrebbero esserci state mancanze da parte di chi doveva controllare.  «In ogni Comune c'è un ente o un ufficio preposto a questa materia, che assegna o propone l'assegnazione del lavoro a un'azienda piuttosto che a un'altra. Noi vogliamo accertare ogni responsabilità, anche di chi aveva il compito di controllare e non lo ha fatto. In questo caso, l'ipotesi di reato sarebbe omissione di atti d'ufficio» sono le testuali parole del magistrato che coordina le indagini.  Insomma, chi doveva sovrintendere alle operazioni e non lo ha fatto, dovrà risponderne.  Le dichiarazioni, ovviamente, non sono indirizzate specificamente al Comune di San Giorgio delle Pertiche, ma alla settantina di Comuni veneti che si sono affidati per le operazioni cimiteriali alla Nicolini che, fino a quando non è scoppiato del caso, godeva di referenze di tutto rispetto ed era considerata fra le migliori ditte nel campo delle esumazioni e degli specifici servizi cimiteriali.  Tant'è che aveva vinto numerosi appalti per esumazione e cremazione delle salme e conseguente smaltimento di feretri. Da parte sua, il sindaco di San Giorgio Catia Zorzi ha rassicurato sul fatto che il Comune è estraneo ai fatti dolosi eventualmente commessi dalla ditta veronese la quale, in precedenza, ha riconsegnato con tanto di certificazione le urne contenenti le ceneri delle salme esumate ad Arsego e regolarmente cremate.  Ma la Lega Nord incalza: «E' giusto che la magistratura indaghi fino in fondo e tutti dobbiamo essere solidali con lei - dichiara il segretario di sezione Michele Rettore - Se c'è qualche responsabilità deve emergere, anche se questo è un conto che non sarà mai pagato, perché le imputazioni parlano di vilipendio di cadavere. Mi auguro - conclude - che da parte del personale del nostro Comune e dei nostri politici locali non emerga alcuna implicazione».  

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