Salvuccio e la nuova vita magliette e cover con logo e volti dei Riina

il caso
Libero. Libero di andare dove vuole e anche di fare affari. Giuseppe Salvatore Riina, figlio del capo dei capi di Cosa Nostra, ha deciso di ripartire da ciò che nessuno gli può togliere e di cui, evidentemente, non intende disfarsi. Il nome. Salvo Riina vuole farne un brand. Ha stampato magliette e prodotto cover per telefonini. Ben due le aste su Ebay nell’ultimo mese, come raccontato da Salvo Palazzolo su Repubblica. Ma Riina junior annuncia in diretta Facebook: «Parte del ricavato andrà in beneficenza per sostenere la fattoria “Vita Felice” di Casalbordino (Chieti)».
nuova vita
A dicembre 2007 il giovane Riina venne condannato a 8 anni e 10 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso. Passa anni tra carcere e misure di prevenzione fino al 23 febbraio 2012, quando il tribunale di Palermo lo autorizza a trasferirsi da Corleone a Padova, dove arriva il 14 aprile di quell’anno. Scaduta la misura di prevenzione è applicata la libertà vigilata. Nella città del Santo infrange tutti gli obblighi previsti per legge e così finisce nella comunità di lavoro in Abruzzo per cui ora va raccogliendo fondi. Ma a maggio scorso salda definitivamente il conto con la giustizia e torna a essere un uomo libero.
idolo social
Così, mentre annuncia la stesura del secondo libro, Salvuccio si diletta sui social. La sua pagina Facebook ha quasi 4.500 iscritti mentre l’account Instagram Salvoriina_official (“official” come le star del mondo dello spettacolo o i campioni dello sport) ne conta addirittura 14 mila. Pubblica foto di lui a cavallo o mentre si riposa su un’amaca, lui che fa la colazione siciliana in riva al mare o in mezzo a un campo di girasoli. Posta immagini anche di Padova, come quella del 1 maggio scorso, quando condivide un murale di Alessio-B in occasione dell’anniversario della morte di Ayrton Senna. Ma non disdegna di celebrare anche la madre Ninetta Bagarella in una foto degli anni ’70 o Santa Rosalia patrona di Palermo. Sembra avere imboccato quindi la stessa strada della sorella Lucia che ha usato il cognome di famiglia sull’insegna di un ristorante aperto a Parigi.
il fenomeno
Del resto di simboli negativi che diventano moda è pieno il mondo. Basti pensare al protagonista del film Scarface con Al Pacino o allo stesso logo del capolavoro “Il Padrino”, uno dei gadget più diffusi nei negozi in centro a Corleone. La “T-shirt Salvo Riina” se la sono contesa una ventina di persone, e alla fine è stata pagata 107 euro. Ritrae lui con lo sguardo a tre quarti in stile Che Guevara e sullo sfondo il muso di un leone (perché mai il leone poi). Qualche giorno fa nuova asta per la cover per il cellulare con il logo “Riina Family Life” (che è anche il titolo del primo libro). «Siamo arrivati a 78 euro, ma l’asta è ancora aperta» avvisa. —
Enrico Ferro
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