San Lazzaro, gli argini a rischio crollo di Padova Est

PADOVA. L’argine dell’inceneritore, a San Lazzaro, è a rischio crollo: la pista ciclabile va chiusa. È quanto ha segnalato il Genio civile al Comune di Padova, in una relazione che mette in luce il rischio idrogeologico per tutta l’area che comprende anche i terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo ospedale.
«Si rileva una spaccatura in corrispondenza di un vecchio pontile in cemento armato abbandonato – spiega il direttore del Genio Civile di Padova, l’ingegner Fabio Galiazzo, parlando della sponda sinistra del Piovego a valle dell'inceneritore – Al riguardo si è segnalato al Comune di Padova di interdire, prudenzialmente, l’uso della pista ciclo pedonale in sommità arginale». Fino ad oggi però l’avviso sembra essere stato ignorato da Palazzo Moroni, dato che pedoni e ciclisti attraversano tranquillamente l’argine, probabilmente incosapevoli di correre un (seppur minimo) pericolo.
Argini deboli e pericolo di eventuali esondazioni. Un incubo che si materializza sei anni dopo la grande alluvione del 2010, in cui si registrarono diverse rotture arginali. A preoccupare maggiormente sarebbero alcuni punti in cui passa il fiume Piovego. In particolare proprio la sponda sinistra del Piovego, a valle dell'inceneritore di Padova. Qui il fiume ha corroso in maniera importante la riva e la paura è che con le future piogge possa accadere l’irreparabile, visto che ci troviamo in un’area comunque popolata: non c’è solo l’area della zona industriale ma anche i quartieri San Gregorio e San Lazzaro.
Una vicenda che si intreccia con le valutazioni sul nuovo ospedale. La valutazione del Genio civile, poche settimane fa, parlava di rischio idrologico con un “tempo di ritorno” di 100 anni. In pratica è possibile che ogni secolo nell’area si verifichi un allagamento di almeno un metro. Per questo si invitavano gli enti appaltanti a prendere gli adeguati provvedimenti progettuali per mettere al sicuro la struttura sanitaria.
Ma questo non è l'unico punto critico dove scorre il Piovego. Ci sarebbero infatti altre due aree che destano preoccupazione: quella di fronte a villa Gemma e quella di fronte a villa Giovannelli, situate entrambe tra Camin e Noventa Padovana. «Per quanto riguarda la frana in sinistra idraulica del Canale Piovego, fronte Villa Gemma, si precisa che il fenomeno è costantemente monitorato – rassicura l’ingegner Galiazzo – L’innesco del fenomeno può avere come concausa la variazione di livello connessa ai lavori eseguiti allo sbarramento di Stra ed alla nuova centrale idroelettrica inserita nello sbarramento stesso. Per entrambi i motivi si sta verificando un livello del Piovego più basso degli anni passati e venendo a mancare la contro spinta idraulica, la falda lato campagna ha un flusso verso il corso d’acqua e contribuisce a creare instabilità alla sponda arginale».
«Il Genio di Padova come prima azione si è preoccupato di sospendere il prelievo idrico relativo alla concessione di derivazione dal Piovego per irrigare la campagna adiacente, così si diminuisce il flusso di falda», si legge nella nota.
Mentre sul dissesto della sponda sinistra del Piovego di fronte a villa Giovannelli, l’unità operativa del Genio civile sottolinea: «È conseguenza diretta dello scalzamento di una ceppaia di una pianta di alto fusto e sicuramente non denuncia un’attività di instabilità arginale anche se il fronte del pendio si presenta molto verticale».
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